Tanto per cambiare, è tornato in Italia per il suo Napoli. Ieri occhi fissi sull’Olimpico dagli studi milanesi di Premium Sport, martedì testa e cuore al San Paolo per la partita della vita. Careca non si è voluto perdere il momento decisivo della stagione azzurra, la prima gioia gliel’ha regalata Mertens. «Con lui in campo si vince. La squadra ha dettato legge e meritato i tre punti». Buon profeta questa volta il centravanti brasiliano: prima dell’inizio aveva pronosticato il 2-2 se avesse giocato Milik, 1-2 se fosse toccato al belga. «I tre piccoletti potevano mettere in difficoltà la difesa fisica della Roma e così è stato. Sono veloci e hanno giocate imprevedibili. Immaginavo che Mertens li avrebbe fatti soffrire. Per fortuna ha segnato pure due gol».
Il Real Madrid è già nella testa di tutti: Sarri, giocatori, tifosi. «Così deve essere. Ci sono due giorni per preparare al meglio un appuntamento così importante, è una gara dentro o fuori, e il Napoli dovrà essere perfetto, senza sbagliare niente». Domanda secca: Hamsik e compagni ce la possono fare? «Bisogna vincere due a zero. Io credo che non sarà facile ma nemmeno impossibile». Lo stesso risultato che serviva trent’anni fa. «Mannaggia la miseria! A volte ancora mi passa per la testa quella parata di Buyo sul mio tiro. Vincevamo uno a zero, loro non capirono niente, avreste dovuto vedere la faccia degli spagnoli per quaranta minuti. Furono salvati dal miracolo di Buyo e dal pareggio di Butragueno. Martedì ci vuole la stessa intensità e zero errori, tutto dovrà filare liscio». Avere cioè equilibrio tra la fase offensiva e quella difensiva. «Esatto. Con la palla tra i piedi, agli azzurri di Sarri nessuno può insegnare niente. La difesa farà la differenza, perché a volte indietro si soffre quando gli avversari avanzano. I giocatori del Napoli devono essere dai mastini, non farli ragionare, stare sempre attaccati alle loro caviglie». Più ottimista o pessimista? «La realtà dice che loro sono favoriti perché due reti da recuperare non sono poche. Però giochiamo in casa e al San Paolo non si può dare mai niente per scontato».
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