Raccontare Mauro German Camoranesi in un’immagine: poco dopo la vittoria dell’Italia al Mondiale 2006, tutti gli azzurri formano un capannello e lo circondano per tagliargli i capelli. Ma l’esterno di origini argentine non è stato solo l’icona di quella Nazionale, bensì anche di una Juventus vincente. Oggi il calcio lo segue per Dazn e domani sarà anche uno dei tanti ospiti che commenteranno la gara del Napoli a Udine.
Che Napoli ha visto fino ad oggi?
«Una squadra in linea con quanto fatto negli ultimi anni per quanto riguarda l’atteggiamento in campo, cioè una squadra disposta ad imporre il proprio gioco indipendentemente da chi si trova di fronte. In più, buon palleggio, buona dinamica di gioco e aggressiva nel riconquistare palla. Nelle prime quattro giornate, a causa di alcune difficoltà difensive, si è ritrovata a rimontare contro Lazio e Milan, dimostrando anche grande carattere».
È il Napoli l’unica anti-Juve?
«Nel campionato italiano in questo momento sembra non ci sia ancora l’anti-Juve. L’unica l’anti-Juventus semmai è la Juventus stessa. Ma il campionato è lungo siamo solo all’inizio».
Sorpreso dal ritorno in serie A di Ancelotti?
«È una cosa che ha fatto benissimo al campionato italiano per tutto quello che rappresenta il mister e tutti i suoi successi raccolti in Italia e all’estero. In più, il fatto di essere approdato in una squadra ché stata protagonista negli ultimi anni contribuisce a far crescere nel pubblico l’appeal della serie A».
Che tipo di allenatore è?
«Non ho avuto la fortuna di esser allenato da lui ma quando sono arrivato alla Juventus i giocatori allenati da lui l’anno prima parlavano molto bene della sua gestione: questo fa capire che è una persona speciale».
Si può dire che Callejon sia un po’ un giocatore alla Camoranesi?
«Per la posizione in campo direi di sì. Callejon però è un giocatore moderno che in quel ruolo sente di più la fase offensiva e il gol rispetto alla fase di costruzione del gioco a centrocampo».
Dopo la vittoria col Liverpool che cammino si aspetta in Champions per il Napoli?
«Quel successo è stato importantissimo, ma c’è tanta strada ancora da percorrere. E il Napoli deve gestire le forze per le due competizioni, se vuole ambire al successo. Non sarà certo semplice».
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