FIRENZE – Volare, oh oh: e sulle ali dell’entusiasmo, per quell’uno-due che nasce a destra e si completa a sinistra, c’è la sintesi d’una serata divenuta spumeggiante, un messaggio lanciato al campionato però stavolta mostrando un’altra espressione. Il Napoli alla spagnola, e un po’ anche alla belga, è soprattutto una squadra all’italiana: ma nella rinuncia alla sua dimensione tattica europea, c’è però racchiusa anche la strategia d’un match scarabocchiata sulle lavagne e poi ricamata da serial killer che ondeggiano sugli esterni. « Questi sono punti che pesano ». E questo è un altro Napoli, modificato geneticamente (e nell’anima) però immutabile nella sua versione iberica, con Callejon che segna la sua quinta rete e continua a stupire, magari soffrendo, però aggrappandosi ad uomo che marca, copre e poi riparte per andare a segnare, per andare a cogliere un assist che pare una perla di Higuain e di rischiare con il collo pieno la ricerca del capolavoro: « Sono felicissimo, perché siamo riusciti a vincere su un campo difficile e contro un’avversaria che lotterà per lo scudetto. La Fiorentina ha giocato bene e noi siamo stati capace di batterli: vuol dire qualcosa, credetemi ».
L’EXPLOIT – I conti tornano, eccome: ma in questa partenza lanciatissima, e comunque insufficiente a tenere il ritmo impressionante della Roma, c’è la partecipazione collettiva d’un gruppo educato da Benitez al turn-over e capace di rinunciare ad Hamsik però sopperendo all’assenza del talento con una spruzzata d’umiltà impressa da Callejon e da Mertens, i bomber di giornata che possono godersela e che sanno bene cosa chiedere al destino, già tracciato dallo spagnolo. « Il campionato è lungo e questa vittoria ha un suo peso specifico. In questo momento, ma in generale, l’aspetto più rilevante è la solidarietà: bisogna essere sempre pronti ad aiutare la squadra, lavorare per il collettivo. Però non posso negare che un gol dà soddisfazione. E questo ne dà di più, perché è servito per dare una svolta ».
LA CINQUINA – Give me five: e ora Callejon se ne può andare con la manina spalancata, cinque reti in dieci giornate, la media stratosferica da cannoniere consumato. Chi l’avrebbe detto, in quell’estate avvolta nel mistero, per l’arrivo d’un signore in blanco che però emergeva dalla panchina: e invece, un’altra dimostrazione di padronanza tecnica, con una volèe d’istinto: « Sto facendo bene e mi sono inserito subito in questo campionato: differenze con la Spagna ce ne sono, soprattutto mi pare si notino più tensioni, ma forse questo è più piacevole per i tifosi. Per quanto mi riguarda, non mi sento un leader: qui lo siamo tutti ».
CIN CIN – Il Napoli bipartisan fa male sia da destra che da sinistra e in questo blitz in piena regola, due tiri e due gol, il cinismo è stato rappresentato pure da Dries Mertens, capace di appagare se stesso e di regalarsi ciò che voleva, ciò che inseguiva, il gol che gli mancava – unico tra le punte – e che s’è costruito con Higuain: « Devo dire che questo è un gran bel momento per tutti noi attaccanti. Il segreto forse è proprio questo, ammesso che ce ne sia uno: ci sono capitate un paio di circostanze e siamo stati bravi a sfruttarle. La vittoria è un bel premio ed io non potevo chiedere altro: volevo segnare, ci sono riuscito ed è stata una rete decisiva ». Volare, oh oh…
Fonte: Corriere dello Sport
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