NAPOLI – Bisogna sempre avere fede. O magari Fede, con la maiuscola, un dettaglio che nell’occasione fa la differenza. Come il carattere, tosto e determinato, e sbattuto anche in prima pagina senza mezzi termini dopo la vittoria di Marsiglia con l’OM. «Io non devo dimostrare niente a nessuno». Allez. Vamos.
GRAZIE RAFA – E allora, Federico Fernandez in arte Fede. Lui, quello che ha il destino nel soprannome: perché dopo un estate e un inizio di stagione in bilico costante e perenne, soltanto chi sa coltivare la speranza ed è virtuoso di training autogeno può mantenere la concentrazione viva e la testa alta. Lui, difensore che da un po’ di tempo in Argentina fa il titolare della Seleccion e nel Napoli invece la riserva, è riuscito nell’impresa, e quando s’è presentata l’occasione ha sfoderato la serenità necessaria per affrontare una notte importante, fondamentale, decisiva. Sorride, ai microfoni di Radio Kiss Kiss: «Con Benitez le cose vanno diversamente, ha un’altra mentalità: ci sono tante partite da giocare e lui fa sentire tutti importanti».
CONFERMA A SORPRESA – Verrebbe da dire: chi ha avuto, ha avuto (eccetera). Anno nuovo, vita nuova e finale in crescendo per una necessità di sorta chiamata Mondiale: Fernandez non soltanto aspira all’iridata estate brasiliana, ma vede anche la prospettiva di un Mundial da titolare. Condizione che nel Napoli, per una serie di concause, non è mai riuscito a vivere. Tanto da chiedere la cessione fino alla fine dell’estate, dopo la parentesi invernale vissuta al Getafe: picche, non si muove, fu risposto al suo manager, Gustavo Goni, a fine mercato. E pensare che le valigie erano pronte e chiuse. Il calcio è un attimo. «Io non devo dimostrare niente, ho la fiducia del tecnico e anche della società, e quando gioco provo a dare sempre il meglio di me stesso».
VINCERE – A Marsiglia gli è andata bene. Anche se, ovviamente, gli esami non finiscono mai: finora, a onor del vero, il rendimento di Fede è stato alterno, ma sempre per amore di verità bisogna anche considerare che le chance sono state poche. Pochissime. Che sia cominciata una nuova vita con l’assenza di Britos in archivio? Al Torino la sentenza: «Innanzitutto, mi spiace per l’infortunio di Miguel. Per quanto mi riguarda, invece, sono tranquillo, anche perché il gruppo è molto unito: insieme possiamo lottare e vincere contro chiunque. Sempre».
Con l’Om è stata una notte da brindisi. «Abbiamo giocato una grande partita, puntando soprattutto su un ottimo possesso. Dopo il vantaggio è andata bene la gestione, anche se negli ultimi dieci minuti abbiamo sofferto un po’. Però, cosa fondamentale, abbiamo sofferto tutti insieme».
IL RISCATTO – Roma dimenticata e via: riscatto per tutti. «Beh, è ovvio, tenevamo a dare una risposta concreta in campo dopo la sconfitta dell’Olimpico in campionato: missione compiuta, no?». Promossa anche la mentalità: «Ci siamo concentrati esclusivamente sulla nostra partita, senza pensare alle altre squadre del girone: andiamo avanti per la nostra strada». Pensierino della sera dedicato Zapata: «Ha segnato un gran bel gol e soprattutto è entrato bene in partita: ha provato a tenere palla e a mantenere alta la squadra». Tutti per uno, davvero. Amicizia e Fede.
fonte: Corriere dello Sport
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