L’ex allenatore del Napoli vincitore del primo scudetto, Ottavio Bianchi, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. Ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: “Ad otto giornate dalla fine, cioè prima di Inter-Napoli del 22 marzo 1987, già pensava di poter vincere il campionato? «Ad essere sincero, questa possibilità mi era balenata in mente già da molto tempo prima. Certo, col passare del tempo l’ipotesi non faceva altro che rafforzarsi, ma io preferivo mantenermi sul guardingo. Sapevo che sarebbe bastato un nonnulla, solo un’inciampata per frenare la corsa. Quindi semplicemente evitavo di pensarci. Non fu facile mantenere un certo equilibrio per arrivare sino in fondo senza cadere. Alla fine ci riuscimmo, ma quel Napoli lì, rispetto a quello attuale, non era abituato all’alta quota. Era un Napoli che soltanto tre anni prima lottava per non retrocedere. Adesso, invece, si ritrova costantemente nelle prime posizioni già da parecchie stagioni. Un vantaggio non indifferente». E quali potrebbero essere gli altri vantaggi? «A questo punto del campionato ha più chance chi s’infortuna di meno. Adesso che diventerà sempre più difficile recuperare. Sento che sono in parecchi i bianconeri, tra gli altri Dybala, che non sono a posto. Il Napoli da questo punto di vista può ritenersi fortunato, ma anche tutelato da uno staff che sa il fatto suo».
Ma allora Bianchi è possibilista? «Più che possibilista, sono ottimista. Premetto che tutto ciò che mi ricorda quel tempo mi emoziona ancora tanto, e tornerei ad emozionarmi se questo Napoli riuscisse nell’impresa. Gli azzurri ce la possono fare se procederanno con la ferma convinzione di non essere inferiori a nessuno. E per nessuno intendo anche e soprattutto chi è là davanti».
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