Che notti quelle notti: con la Roma e con la Juventus, a San Siro e con il Borussia Dortmund, con l’Arsenal e con la Fiorentina, con il Milan e con l’Inter, perché con le Grandi è impossibile non sentirsi tale. Lo smoking, sir: e in quel «Meazza» fascinoso come pochi altri, c’è l’essenza del calcio che si mostra alla Scala, c’è una serata d’onore da vivere da Napoli. «Come l’anno scorso, in quello stadio che dà sempre stimoli enormi. Speriamo di riuscire ad essere noi stessi, perché se ne siamo capaci, quando ne siamo capaci….». La verità, tutta la verità e semplicemente la verità è anche in questi novanta minuti da far paura, nelle quali s’allungano le ombre del passato (Inzaghi, Atene) dalle quali rischiano di spuntare amici carissimi (Torres) dai quali converrà guardarsi….
LA STRISCIA . Undici risultati utili consecutivi e quasi non sentirli dentro: perché intanto, mentre l’ultima sconfitta (Udine, 21 settembre, tre mesi fa) la Juventus e la Roma restano a distanza siderale e persino il terzo posto è divenuto un punticino che si nota in vicinanza, certo, ma che va riconquistato perché Benitez possa riconciliarsi con se stesso. «Vi dirò di più: noi dobbiamo guardarci innanzitutto da noi stessi. Ma se il Napoli gioca da Napoli, come ha fatto spesso e volentieri, allora può ambire persino a qualcosa in più del terzo posto. Possiamo andare oltre. Ne abbiamo la forza e sono convinto che nel girone di ritorno…». Benitez si appella ai leader: «Higuain? Deve capire che lui è il giocatore più importante del Napoli, dev’essere la nostra bandiera».
LA 24 ORE DI RAFA. Qui San Siro, a voi Nyon: perché il calcio va di fretta e frulla gli appuntamenti: il Milan stasera e domani l’incognita d’un sorteggio che – nella confessione su Kiss Kiss, la radio ufficiale – sa di attentato agli affetti. «Il Liverpool mi piacerebbe, certo, perché vedrei tanti amici. Ma poi una delle due sarebbe costretta ad uscire. Ed il Liverpool è nel mio cuore. Meglio incontrarsi in finale…». Si gioca e c’è un’emozione dietro l’altra: si comincia immediatamente, a San Siro, poi ci sarà modo per riflettere sulla Supercoppa, sul mercato che però stavolta viene sfiorato («Gabbiadini ha ottime qualità ma non posso dire di più perché non è ancora un nostro calciatore»), sul futuro che resta avvolto in questo destino da regalarsi intorno ad un albero di Natale sotto al quale c’è di tutto: il Milan, poi il Parma, poi Doha ed una «Vecchia» amabile Signora che si chiama Juventus. «E se noi giochiamo come abbiamo fatto molte volte nella passata stagione e anche in questo campionato, possiamo spingerci anche oltre il terzo posto». Notte, fa tu…
Fonte: Corriere dello Sport
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