Si scrive cuore, talento, classe. Si legge Arturo Vidal, valore aggiunto della Juve griffata Conte. Il guerriero cileno non si accontenta: vuole la Coppa Italia e sogna di giocare assieme a Cavani.
Primo anno a Torino ed è stato subito un successo
«È un’emozione difficile da spiegare, non ci sono parole, è un sogno che si realizza. Ho scelto la Juve per vincere scudetto o Coppa Italia, era il mio obiettivo».
La Juve è come se l’aspettava?
«Sì, mi ha stupito la partecipazione dei tifosi, il loro calore nel modo di vivere il calcio. Quando sono arrivato non venivamo da un bel periodo, ora che siamo campioni è differente, la Juve è tornata».
Bayern Monaco e Napoli la cercavano, giocavano la Champions, perché ha scelto Torino?
«Sono due grandi squadre, sapevo del loro interesse, ho scelto con la mia famiglia la destinazione migliore anche in virtù della lingua. Non avrei giocato in Europa, è vero, ma sapevo che sarebbe capitato un anno dopo. E poi avevo la possibilità di vincere subito».
Perché Torino e non Napoli?
«Non ho mai capito bene se c’è stato un vero interesse, stavo giocando in Coppa America, erano solo voci, appena il mio procuratore mi ha detto della Juve, non ho avuto dubbi».
Lei si è subito adattato, perché il suo connazionale Vargas fa fatica?
«Non è un flop, è un ottimo giocatore. È difficile ritagliarsi spazio con tre calciatori come Hamsik, Lavezzi e Cavani, tra i più forti al mondo e abituati a giocare insieme da tempo».
Le piacerebbe giocare con Cavani?
«A chi non piacerebbe, è uno che fa tantissimi gol, ogni partita ne fa uno, è un campione».
Il 20 maggio sfiderete il Napoli a Roma e poi a Pechino nella supercoppa italiana
«Siamo concentrati sull’Atalanta, vogliamo chiudere da imbattuti il campionato e allungare la striscia di risultati. Il Napoli è squadra forte, che gioca bene al calcio come noi, ha giocatori che sono molto rapidi, che giocano per vincere sia in casa che in trasferta».
Il gol più bello lo ha segnato a De Sanctis?
«Sì, anche quello contro la Roma non è male».
Il presidente Agnelli e Nedved stravedono per lei, Buffon ha detto che avrebbe potuto giocare nella grande Juve
«Io non penso di essere forte come dicono, non so se sono come mi descrivono, ma le parole di un campione del mondo mi fanno prendere fiducia e consapevolezza. Sono giovane e forse non ho la reale coscienza di quello che sono, mi alleno tutti i giorni per dare il massimo e per migliorarmi».
Anche all’estero si sono resi conto che è forte, soprattutto in Spagna. Lascerebbe la Juve per il Real?
«In questo momento sono felice qui, ho vinto lo scudetto, non voglio pensare ad un’altra squadra».
I tifosi juventini possono stare tranquilli?
«Sì, voglio vincere qui».
Domenica sarà squalificato, come festeggerà?
«Con allegria, non ho preparato niente, sarà una giornata che non dimenticherò mai»
Qual è stata la partita della svolta, il momento in cui avete capito che avreste vinto lo scudetto?
Pausa. «Quando abbiamo battuto a Torino 2-0 il Milan. Sì, lì ci siamo resi conto che avremmo dovuto provarci».
La Juve ha il centrocampo più forte del mondo?
«In questo momento sì. Siamo riusciti ad ottenere l’obiettivo principale. Quando si vince non è mai per caso».
Dove è stato bravo Conte?
«Il lavoro, ci ha messo del suo, ha creato il gruppo, ha strutturato un progetto dall’inizio, che ci ha permesso di arrivare a questo traguardo incredibile, ma meritato».
C’è un aneddoto: è vero che all’inizio della stagione è andato nell’ufficio di Conte a convincerlo per farla giocare?
«Non è vero, gli ho solo detto che arrivavo da un posto dove era tutto diverso, dovevo adattarmi, il posto me lo sono meritato con gli allenamenti, sul campo».
Il primo sogno, vincere subito, è stato realizzato. Il futuro?
«Ora è vincere la Coppa Italia, battere il Napoli, poi dopo vediamo».
Il Milan è ancora più forte?
«No, siamo più forti noi, perché abbiamo vinto il campionato e siamo in finale di Coppa Italia».
Il gol di Muntari ha inciso su questo campionato?
Risata. «Basta. Sono cose che capitano. Sbagliano gli arbitri, sbagliamo noi. Non è stato un episodio decisivo, dopo quella partita ce ne sono state altre».
Lo sa che in Cile è diventato più popolare di Sanchez?
«Non lo sapevo… Bene, mi fa piacere».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro