L’esteta del calcio, Arrigo Sacchi. La sua filosofia: il gioco di squadra alla base dei successi, i risultati come logica conseguenza. E soprattutto prima la squadra e poi i singoli, il collettivo da privilegiare alle individualità. E poi i valori sani, veri, i valori dello sport. Valori che stanno emergendo in maniera chiara in questo campionato italiano che somiglia sempre più alla Premier League. Giocano tutte contro tutti con il massimo impegno fino all’ultimo secondo, al di là delle posizioni di classifica e degli obiettivi da raggiungere. La vittoria del Bologna sul Napoli ne è il più classico esempio e nello stesso tempo dà speranze agli azzurri che nell’ultima giornata di campionato possa capitare la stessa cosa e cioè che il Catania possa battere l’Udinese.
«Stanno emergendo sorprese nelle ultime giornate alle quali non eravamo abituati. Una maggiore crescita sportiva e forse anche la paura che incombe dopo le ultime vicende. Certo è che stanno venendo fuori diversi risultati non preventivabili, per questo motivo il Napoli deve crederci fino all’ultimo secondo».
Cosa è successo a Bologna?
«Il Bologna ha giocato una buona partita, nel primo tempo il Napoli però ha fallito diverse occasioni e non è stato neanche fortunato».
Ma ha steccato l’ennesimo appuntamento decisivo, come spiega questi cali nelle gare e da dentro o fuori?
«Si spiega con la poca esperienza, da questo punto di vista è una squadra giovane, quindi ancora poco abituata a giocare a questi livelli, cioè quando sei chiamato a vincere tutti i costi e le difficoltà delle partite aumentano. Non dimentichiamo che cinque anni fa il Napoli era in serie B, il percorso è stato molto veloce, una crescita rapidissima».
La Champions si decide all’ultima giornata, campionato emozionante?
«Un campionato incerto ma non bello. Ma in Italia non si chiede il bello, tutti vogliono il risultato, l’importante è vincere anche senza merito. Ricordo sempre la partita ai mondiali del ’94 contro la Nigeria, perdevamo 1-0 ed eravamo in dieci ed erano già pronte valanghe di critiche, alla fine vincemmo 2-1 e cambiarono i giudizi. Si guarda solo il risultato e il fatto che ci sia incertezza fino all’ultima gara fa crescere le emozioni. Ma gli stadi sono fatiscenti ed obsoleti e continuano ad essere vuoti, per ingabbiare i violenti si allontanano le famiglie».
Che giudizio ha del Napoli?
«Il Napoli ha fatto grandi cose. Mazzarri ha svolto un ottimo lavoro tenendo sempre presente che in Italia si chiede il risultato e dopo due sconfitte viene messo in discussione l’allenatore ed è giusto che i tecnici tirano acqua al loro mulino. È un calcio che ha come presupposto di base il riferimento dell’avversario ma le idee sono molto chiare e vengono sviluppate con incisività in tutte le due le fasi. Per me il calcio deve sempre mirare all’occupazione intera del campo, allo sviluppo del gioco, penso alle grandi squadre europee, al Real Madrid. Ma in Italia è un’altra cosa».
Rivale del Napoli è l’Udinese, si aspettava la riconferma ai vertici dei bianconeri?
«L’Udinese è un’altra squadra che esalta al massimo il modulo all’italiana basato su un grande difesa e ottime ripartenze. Guidolin è un buon allenatore, la società ha un marchio di fabbrica e va avanti seguendo un suo stile che produce ottimi risultati. Sono andati via i tre migliori, cioè Sanchez, Inler e Zapata, e addirittura ha fatto meglio dell’anno scorso».
Cavani si è confermato, altri 23 gol in campionato dopo i ventisei dell’anno scorso: che ne pensa?
«Cavani è un fuoriclasse, due anni quando era a Palermo fa lo consigliai ad Ancelotti che guidava il Chelsea. Un talento funzionale al gioco di squadra e non solo un grande finalizzatore. Ha generosità, altruismo, educazione e professionalità, non presenta nessuna controindacazione».
Ma il Napoli può perderlo?
«Il Napoli ha una sua strategia che va applaudita. Non fa debiti, i bilanci sono attivi, non si guarda solo all’immediato ma al progetto negli anni e questo testimonia una maggiore competenza. È giusto mantenere un determinato tetto ingaggi. Poi se una squadra dovesse essere disposta a fare follie potrebbe anche andare via e il Napoli cercherebbe un altro Cavani».
Lavezzi potrebbe andare via?
«Il Napoli si sta impegnando a tenere i propri punti di forza. Lui fa parte di quei giocatori di fantasia che puntano molto sull’istinto. Non so come potrà evolversi la situazione, il Napoli farà le sue valutazioni».
Il progetto sarà ambizioso anche senza Champions?
«Secondo me aumenterebbe la rabbia, gli stimoli sarebbero maggiori. Se avesse eliminato il Chelsea, magari anche solo per un attimo si è pensato al Napoli in finale e immaginato l’entusiasmo in città. Il cambio di allenatore tolse gli alibi ai blues che riuscirono a rimontare a Londra sfruttando la maggiore esperienza internazionale».
E c’è la finale di coppa Italia…
«Certo, vincere un trofeo sarebbe il giusto coronamento a questi anni di lavoro. Partita aperta. La Juve ha vinto lo scudetto con merito, quella con il miglior gioco di squadra, basti vedere che il bomber Matri ha segnato solo dieci reti».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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