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Altafini: «Macché scudetto è la saga delle polemiche»

"Attenti alla Fiorentina se la squadra di Montella va può dare fastidio a tutti"

José Altafini oggi è un giovanotto di 74 anni che dal calcio non si è mai staccato. È stato il Milan a portarlo in Italia, negli anni ’50. Poi dal 1965 ha giocato fino al 1976 prima nel Napoli e dopo con la Juventus. In pratica di Napoli-Juve ne ha giocati ben diciotto. «Eppure tutti si ricordano solo ed esclusivamente di quel gol maledetto che feci al Comunale. Ma di quello che feci nel mio primo campionato al Napoli? Io segnai alla Juve e Sivori al Milan: dissero che io e Omar ci eravamo scambiato i favori segnando alle nostre ex squadre».
Altafini, non c’è nulla da fare. Qui a Napoli lei resta ancora core ’ngrato.
«Lo so. Per me è quasi una beffa del destino. Ogni volta che torno a Napoli, trovo qualcuno che mi ricorda quel gol. Una ossessione. Ormai ci sono abituato ma un po’ ci soffro ma basta che non mi chiamino traditore. Lì mi arrabbio. Io non sono un traditore: io sono solo uno che ha sempre fatto il professionista e che non ha mai guardato in faccia a nessuno».
Senza quel gol, il Napoli avrebbe vinto lo scudetto 12 anni prima di Maradona, lo sa?
«Quello fu quasi uno spareggio, arrivò ad aprile non come questo che si gioca sabato che arriva dopo così poche giornate. In palio c’era davvero il campionato, era uno spareggio autentico. I napoletani sono così. Quando vogliono bene a qualcuno, per loro diventa difficile accettare certe situazioni. Quel giorno io ero un professionista che doveva fare il proprio dovere. Non potevo calciare a lato il pallone risparmiando Carmignani. Eppoi non ero l’unico ex».
Già, in pochi ricordano i miracoli di Zoff?
«E questo non me lo so spiegare. Prendeva qualsiasi cosa quel pomeriggio, neppure so come Juliano riuscì a segnare visto che la nostra porta sembrava stregata per gli azzurri. Però io compresi l’amarezza dei giocatori partenopei, di Vinicio, del presidente Ferlaino e dei tifosi, ma è la dura legge dello sport»
Cosa ricorda di quella partita?
«Poco o nulla. Io non sono bravo con la memoria. Sugli spalti c’era il solito clima da derby tra Nord e Sud perché in Italia Juve e Napoli è stato sempre uno scontro tra meridionali e settentrionali. Io come sempre ero in panchina, con la maglia n.13 e sull’1-1 Carletto Parola decise di buttarmi in mischia al posto di Oscar Damiani. L’incontro era teso e molto equilibrato. Non mi sono mai pentito di aver fatto gol».
Proprio lei che con Omar Sivori e Faustinho Canè, aveva regalato spettacolo in un memorabile Napoli allenato da Pesaola?
«Ho sempre dato il massimo. Io ho sempre pensato a segnare come tutti gli attaccanti. Per questo mi fa rabbia quando vedo Cavani che torna indietro a fare il difensore. Un bomber corre solo in avanti, non deve sprecare energie per marcare un centrocampista o un altro attaccante».
S’arrabbia davvero?
«Ma sì. Quando lo vedo fare quei recuperi mi saltano i nervi. Penso che sia un enorme spreco. E non mi piace neppure che mi si dica che questo è il calcio moderno».
Come finisce Juve-Napoli?
«Per me sarà pareggio, anche se i bianconeri hanno un reparto arretrato un po’ più forte di quello del Napoli».
Per gli azzurri sarebbe un ottimo risultato.
«E ci credo. Non perdere a Torino è eccellente. E per gli azzurri sarebbe importante quasi come una vittoria».
Tutte queste polemiche sui nazionali?
«Uno scandalo tutto italiano. Non ha senso. È irritante. Ma davvero c’è qualcuno che crede che ci sia un giocatore al mondo che non voglia giocare con la propria nazionale? È un mondo di sospetti e veleni, per questo l’Italia è così dietro».
Secondo lei è più bravo Mazzarri o Conte?
«Tutti e due sono allenatori talentuosi e preparati».
Sarà un duello scudetto limitato a Napoli e Juve?
«Dico la mia: se la Fiorentina continua a crescere con questa velocità, la squadra di Montella potrà dare fastidio a tutti».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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