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Alessandro Siani: “E’ stata la notte dell’orgoglio di Napoli. A maggio festa al San Paolo”

"Ci ha restituito la voglia di sperare, ci ha fatto scoprire che anche qui si poteva vincere. Diego ha rappresentato il riscatto di questa città"

Diego, dunque, va. Anche se forse stavolta tornerà prima del solito. Ma Alessandro, il campione napoletano della risata, resta. Almeno: per un’altra settimana. Lo stretto indispensabile per recuperare le energie dopo una full immersion entusiasmante ma anche molto faticosa sul piano emotivo, fisico e mentale. Ma dopo il ciclone Maradona, nel cuore e nella mente restano frammenti indimenticabili. Tessere sparse di un mosaico che la memoria, poco a poco, ricomporrà. «Le cose che ricorderò sempre? La soddisfazione nel sentire alcune battute che gli avevo scritto, come quella su Pelè (quella sul costo dei biglietti: «Mi avevano detto che il biglietto per il suo spettacolo costava 200 euro, e lui deve arrivare sempre secondo!»)», risponde lui. E poi rivela: «Prima di entrare in scena, dietro il palco, gli ho detto: «Diego, secondo me lì fuori non troverai degli spettatori: troverai degli amici». Lui, appena è comparso sul palco, ha ripetuto quelle parole: Stasera stiamo tra amici, ha detto». Gli si illuminano gli occhi, a ripercorrere quell’apnea dalla quale è appena venuto fuori. Perché quell’amico argentino salutato poche ore fa per chi è nato a Napoli e dintorni non è solo il più grande calciatore del mondo, ma un condottiero, un Masaniello col pallone al piede. Sinistro, s’intende. «Ci ha restituito la voglia di sperare, ci ha fatto scoprire che anche qui si poteva vincere – spiega il regista di Trevolte10. Diego ha rappresentato il riscatto di questa città. I napoletani sanno che cosa significa portare a casa il risultato avendo tutti contro, per questo si sono rispecchiati nella sua storia». Nello stesso giorno, quello in cui scoccano i trent’anni dalla vittoria del primo scudetto, il sindaco de Magistris dovrebbe conferire al «pibe de oro» la cittadinanza onoraria. Stavolta al San Paolo: il luogo che Maurizio Sarri, d’accordo con alcune frange del tifo, ha indicato come la casa di Diego: «Lui ha le chiavi. Meglio allo stadio che a teatro», ha detto il tecnico del Napoli.

Il servizio integrale sulle pagine de Il Mattino

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