Lunedì per Diego Perotti sarà un ritorno al passato, lui che al Genoa si è definitivamente lanciato nel calcio che conta. L’argentino ha rilasciato un’intervista pubblicata sull’AS Roma match program:
Grandi numeri e ottime prestazioni, se lo sarebbe mai immaginato a pochi mesi dal suo trasferimento?
“La chiamata della Roma era una occasione molto importante, un passo che non potevo fallire, e ho dato tutto per poter fare bene. Magari non mi aspettavo di disputare così tante partite, non avrei mai immaginato di giocarle tutte tranne una. Sono molto contento di aver potuto aiutare la squadra in questi mesi, fino a vivere il momento molto importante che stiamo attraversando ora”.
Momento che diventa ancora più importante dopo la vittoria con il Napoli; quanto è vicino il secondo posto?
“Due punti! Ancora hanno due punti più di noi. Purtroppo in questo momento della stagione non dipende solo da noi, loro devono perdere qualcosa per la strada, e noi non possiamo sbagliare. Mancano tre partite, abbiamo il compito di fare nove punti e aspettare che loro sbaglino… Sicuramente non sarà facile però se loro dovessero fare un passo falso, noi saremmo lì pronti”.
Si comincia dal Genoa, per lei una gara particolare…
“Sì, torno a casa, è la società che mi ha rilanciato nel calcio. Io sono arrivato in un momento molto complicato della mia carriera e al Genoa mi hanno aiutato tantissimo! Il primo anno è stata una stagione bellissima e poi i primi sei mesi di quest’anno non è andata male. Tornare a Genova, la città dove è nato mio figlio, sarà una grande emozione. Per me è una partita diversa da tutte le altre”.
Il Genoa ha raggiunto la salvezza e la Roma arriva da 14 risultati utili consecutivi, che partita sarà?
“Non sarà facilissima. Loro hanno dimostrato durante la stagione, e in parte lo ho vissuto anche io, che in casa sono molto forti anche grazie al supporto vicino dei tifosi. Contro l’Inter hanno giocato molto bene e hanno vinto. Poi quando incontrano una squadra grande sono portati a dare 110% e proveranno a metterci in difficoltà”.
Chi bisogna temere in particolare dei rossoblù?
“Hanno tanti giocatori bravi, però credo che i due un gradino sopra gli altri siano Ansaldi e Rincon. Sono i punti di riferimento della squadra, in difesa come in attacco. E poi c’è Pavoletti, un attaccante che trova il gol con facilità. Sarà una partita bella, però non facile”.
È in contatto con qualcuno in particolare dei suoi ex compagni?
“Devo dire la verità che sono rimasto in contatto con tantissimi di loro. Proprio ieri ho parlato con alcuni. Ho passato un anno e mezzo molto bello, con uno spogliatoio incredibile. Sarà davvero una grande emozione per me”.
Le hanno chiesto qualche cosa in particolare?
“Sì, mi hanno chiesto di non andare troppo forte e io ho chiesto loro lo stesso. Noi scherziamo al telefono, ma poi lunedì ognuno giocherà la sua partita e lotterà per la sua squadra”.
Un giudizio su Gasperini che l’ha rilanciata?
“Il mister per me è stato come un padre. Mi ha dato quella fiducia che mi mancava, mi ha fatto tornare nel calcio, insomma mi ha dato molto. Ho imparato tantissimo da lui, e soprattutto ho vinto la mancanza di fiducia nei miei mezzi sia a livello fisico che mentale. Era proprio quello che mi mancava in quel momento, gli devo davvero tanto”.
Nel periodo dell’infortunio ha mai avuto il dubbio di non farcela?
“Sì, quando vedi che lavori tanto, fai quello che ti dicono i medici e non arriva una risposta, anzi continui ad avere infortuni su infortuni, è davvero dura. Vedi i tuoi compagni che si allenano sempre e tu non lo puoi fare, la testa va fuori. Ogni giorno che passi sul lettino dell’infermeria, ti svuoti sia dal punto fisico che mentale. Arrivare a Genova è stata per me la svolta, la mia carriera era quasi finita. La mia forza mentale e quella fisica erano quasi allo 0%, lì sono rinato grazie a loro”.
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