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San Paolo, gli azzurri senza casa: affittano l’impianto ogni tre giorni

Basterebbe che un funzionario del Comune si ammalasse, che uno della Società stia fuori sede e dunque il «tavolo tecnico» non al completo per far saltare la suddetta autorizzazione

L’ultimo contatto con il Comune – per la precisione con l’assessore allo Sport Ciro Borriello e il capo di Gabinetto Attilio Auricchio – c’è stato la settimana scorsa via cavo: «Pronto? Sono Aurelio come va?». La sorpresa dall’altro capo del telefono palpabile, anche perché tanto Borriello quanto Auricchio stavano andando al Coni per chiudere il pacchetto del mutuo da 25 milioni che il Comune sta contraendo per rendere il San Paolo più accogliente. Sembra – stando a quello che trapela – che tuttavia la questione non sia stata approfondita e che il presidente abbia chiamato per salutare, e chissà, forse per capire come portare in porto la convenzione che dovrebbe regolare il rapporto tra Ssc Napoli e il Comune, proprietario dello Stadio. Ecco, oggi questo è un nodo più importante da sciogliere, il timing dei problemi da risolvere parte da questo punto preciso dell’orologio, dove le lancette del tempo sembrano essersi fermate all’estate del 2015. Quando il progetto di restyling del San Paolo presentato dal patron Aurelio De Laurentiis fu respinto da Palazzo San Giacomo. Il Napoli, attualmente tra le 15 società più forti d’Europa, e dunque del mondo, gioca al San Paolo con una autorizzazione che viene rilasciata di volta in volta: vale a dire ogni tre giorni. Basterebbe che un funzionario del Comune si ammalasse, che uno della Società stia fuori sede e dunque il «tavolo tecnico» non al completo per far saltare la suddetta autorizzazione. E lasciare Milik e compagni senza stadio, al punto da migrare altrove per inseguire il sogno scudetto e non solo. Fantaburocrazia? Mica tanto. «La convezione – racconta Auricchio – la firmeremo entro quest’anno, c’è stato il cambio del Consiglio comunale e i nuovi devono leggersi le carte, siamo speranzosi di regolare il rapporto entro Natale. Lo riferisce l’edizione odierna de Il Mattino.

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