Sta per aprire a New York il quarto capitolo della sua straordinaria vita calcistica. Raul Gonzalez Blanco, ex stella del Real Madrid e della Spagna, una bacheca ricca di trofei, indosserà la maglia dei New York Cosmos, la squadra che importò in calcio negli States quarant’anni fa con Pelè, Beckenbauer e Chinaglia. Avrà un allenatore di origini salernitane, Giovanni Savarese.
«Mi ha convinto lui a firmare dopo otto mesi di colloqui, mi è piaciuta l’idea di chiudere la carriera in questa squadra e in questa città», dice Raul. Intanto, non dimentica uno dei suoi primi allenatori, Rafa Benitez, che nel 1994 lo lanciò nel Real Madrid B. Del Napoli ha parlato a lungo con Rosario Procino, presidente del club azzurro di NewYork e titolare del ristorante «Ribalta», dove una delle glorie calcistiche spagnole – 751 partite e 323 reti con il Real, 3 Champions, 2 Intercontinentali, 6 titoli della Liga e in nazionale 44 gol in102match – sarà presto ospite per seguire in diretta una partita della squadra guidata da Rafa.
«È stato il mio allenatore quando ero giovanissimo, lo ricordo con affetto e provo molta ammirazione per il suo lavoro», il messaggio dedicato al tecnico che non se la passa particolarmente bene a Napoli.
Il progetto avviato nel 2013 ha subìto in questa stagione una brusca frenata, la squadra è scivolata al quinto posto e non convince.
«Seguo le vicende del Napoli perché lo guida Rafa e perché vi giocano Albiol, Callejon e Higuain, tre ex compagni con cui ho trascorso bei momenti professionali. Ha subìto qualche sconfitta e qualche pareggio di troppo, però non dimentichiamo che siamo a dicembre e c’è tutto il tempo per recuperare e per raggiungere gli obiettivi stagionali».
Recuperare sì, ma come? Raul non ha dubbi: bisogna fidarsi dell’esperienza di Benitez, una carriera cominciata nelle giovanili del Real Madrid, i successi a Valencia e poi le stagioni in Inghilterra e in Italia. Un curriculum che dovrebbe confortare.
«Rafa ha fatto molto bene in Inghilterra, ha grandi capacità. Il rendimento del Napoli finora non è stato costante, però c’è tanto tempo per migliorare. E ci sono calciatori di grande livello come i tre ex del Real Madrid: la loro qualità potrà fare la differenza. Ne sono certo: l’esperienza di Benitez consentirà al Napoli di terminare alla grande questa stagione», spiega Raul, una carriera nel segno del Real prima di vivere altre vicende professionali, la prima in Germania con lo Schalke 04 e poi in Qatar con l’Al Sadd.
È un giramondo che ha sempre seguito le vicendedel calcio italiano.
«In questo momento il vostro sistema è al di sotto della sua storia e delle aspettative. Come mai? Ci possono essere alcuni fattori, ad esempio lo sviluppo della cantera: il settore giovanile è una base importante per i club spagnoli e tedeschi. E poi gli stadi: vederli vuoti fa male, mi sembra che nel calcio italiano si sia persa un po’ questa passione ed è strano perché l’Italia è come la Spagna, un paese nel quale si parla di pallone24 ore al giorno».
Come tornare su alti livelli?
«Manca qualcosa, ma si tratta di momenti, di cicli: presto l’Italia tornerà ad essere grande».
Trasferendosi a New York a 37 anni, ha pensato anche ai giovani.
«Mi è piaciuto il progetto dei Cosmos: lavoro da due settimane con questo gruppo e mi trovo bene. E poi, appunto, potrò collaborare per creare un’accademia del calcio. C’è passione in questo progetto e la passione è molto importante per me. Ho firmato un contratto di due anni, voglio contribuire con la mia esperienza alla crescita del club e infatti potrei lasciare il campo dopo un anno per dedicarmi all’accademia. Le cose stanno cambiando, ci sono calciatori come Lampard e Villa che hanno scelto gli States. I bambini potranno ammirare da vicino questi campioni. L’altro giorno a Central Park ho giocato a pallone con alcuni ragazzini: è stato bellissimo».
Una cantera stile Real negli States per coltivare i migliori talenti.
«Seguo sempre il Real, ovviamente. Ottimo campionato, gli auguro di vincere tutto, però attenzione: squadre come il Barcellona o l’Atletico Madrid potrebbero raggiungerlo».
Fonte: Il Mattino
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