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Raiola-Insigne, è tutta questione di ambizione

I retroscena, la chiamata del padre e il ruolo di Raiola

Le storie di calcio spesso sono storie di vita e quella dei fratelli Lorenzo e Roberto Insigne, scugnizzi nati poveri e umili che conquistano il mondo dorato, sono di quelle da libro cuore. Poi d’improvviso il cuore lascia il posto ad altri motori e lo scenario inevitabilmente cambia. Domenica a Parma Insigne jr firmava il suo primo contratto da «grande», affiancato non più dai procuratori-tutor che sin da bambino seguivano i suoi interessi, ma da una figura «grande» che risponde al nome di Enzo Raiola, cugino e socio del «grandissimo» Mino. Papà Carmine sempre presente, assenti ingiustificati Antonio Ottaiano, Fabio Andreotti e Franco Della Monica. La triade che con un contratto di procura ancora in essere si è trovata fuori dai «giochi».

Qualche settimana fa era stato il capostipite Carmine Insigne a contattare Raiola, ad invitarlo a cena a Napoli. A prospettargli la possibilità di inserire sia Lorenzo che Roberto nella scuderia dei «grandi». Per Roberto un «vizio» contrattuale si è trovato all’istante e i legali sono già al lavoro. Per Lorenzo, bandiera del Napoli, la situazione è più complicata. Il gioiellino azzurro ha appena firmato il rinnovo con il Napoli fino al 2022 con un ingaggio che sfiora i 5 milioni. Sul contratto nuovo di zecca la firma del club, del giocatore e di quella triade di cui sopra che dovrebbe gestire i suoi interessi per altri due anni e che si era preoccupata, a questo punto legittimamente, di aumentare il valore della penale (due milioni e mezzo) a carico di Lorenzo Insigne nel caso di rescissione anticipata. Mino Raiola sa attendere e soprattutto sa lavorare nell’ombra.

Può aspettare che la procura con Ottaiano, Andreotti e Della Monica scada o può lavorare ad una prossima destinazione del giocatore ed essere poi in grado di trattare sulla penale. In entrambi i casi trascorrerà ancora una stagione calcistica, con silenzi e imbarazzi da parte di tutti. La domanda è: Insigne vuole diventare il Totti di Napoli e lo ha dichiarato. Raiola con i suoi cavalli di razza, va in tutt’altra direzione. Il finale sarà da libro cuore? Forse no, ma a certi livelli anche gli scugnizzi ragionano con altri criteri. Senza avvertire nessuno. E consegnandosi ai più forti.

Fonte: Monica Scozzafava per Il Corriere del Mezzogiorno

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