Core n’ grato, traditore, solo per citare quelli più sobri. Ha dovuto sopportare ben altri appellativi Fabio Quagliarella, quando in quella turbolente notte svedese annunciò il suo addio alla maglia azzurra.
Passò alla Juve Quagliarella negli ultimi giorni di agosto del 2010 e quel trasferimento non gli è mai stato perdonato dalla tifoseria partenopea. Dopo quasi sette anni è venuta fuori la verità. Raccontata due settimane fa dal bomber blucerchiato e ribadita dallo stesso centravanti in una lunga intervista alle Iene.
Erano in pochi quelli che sapevano, tra questi c’era Vittorio, il papà di Fabio, anch’egli intervistato da Giulio Goria. Vittorio Quagliarella è stato il primo a capire che dietro la divisa dell’ex agente di polizia postale si nascondeva lo stalker di suo figlio.
In serata la redazione di InterNapoli.it ha raggiunto telefonicamente Franco Quagliarella che nel corso di una lunga intervista ha svelato alla nostra testata particolari mai venuti fuori dei mesi che precedettero il passaggio di suo figlio alla Juventus.
“Fabio, non aveva alcuna intenzione di lasciare il Napoli, è stato mandato via per colpa di uno stalker, finalmente condannato alla giusta pena”.
Proprio sulla pena inflitta allo stalker si è soffermato Vittorio. “Quasi certamente non passerà neanche un giorno dietro le sbarre a causa dell’imminente prescrizione. La legge italiana non dovrebbe consentire situazioni del genere ed è giusto che vengano apportate delle variazione per far sì che gli autori di reati del genere non la facciano franca – ha riferito Quagliarella Sr. – Mio figlio amava il Napoli ed ama ancora la maglia azzurra. E’ inutile dire che tornerebbe alla corte di De Laurentiis ma al momento non c’è stato alcun contatto tra le parti. Se ho sentito qualcuno della società dopo la condanna di Piccolo? Non, non ho sentito nessuno, ma non importa”.
Dopo la messa in onda del servizio delle Iene sono arrivate centinaia di migliaia di messaggi per Quagliarella. Tantissimi si sono scusati ed altri ancora hanno gli hanno chiesto di tornare a vestire la maglia azzurra per cancellare definitivamente il triennio bianconero.
“E’ arrivato il momento di dire la verità. Fabio non scelse la Juve, ma la società bianconera fu l’unica a credere in lui. Al Napoli erano giunte due offerte: quella della Juve e e quella del Rubin Kazan. Quindi scelse la Juve, cosa andava a fare in Russia? Lì sarebbe finito come calciatore – ha aggiunto Vittorio che ha poi svelato in esclusiva per InterNapoli.it – Non immaginava minimamente di dover andare via da casa dopo aver atteso così tanto per tornare. Voleva restare a Napoli e diventare un simbolo. Qualche mese prima dell’addio acquistò casa dalle nostre parti. La arredò finemente ma non vi ha mai vissuto. I mobili sono ancora coperti da pellicole ed il pavimento non è stato praticamente mai calpestato. Doveva essere la sua casa, la casa del Quagliarella leader del Napoli. Prese casa ma non solo. Acquistò una barca e lo fece perché era certo di restare. Cosa se ne sarebbe fatto di una barca a Torino?”.
L’addio di Quagliarella fu preceduto di qualche giorno dall’arrivo in azzurro di Edinson Cavani. Il bomber ora al Psg doveva prendere il posto dello stabiese nello scacchiere di Walter Mazzarri. Lo avevano capito un po’ tutti, tranne il diretto interessato.
“Mio figlio – ha concluso Vittorio Quagliarella – mi chiamò ed era felice per l’acquisto di Cavani. Si chiedeva come sarebbe stato rimodellato l’attacco del Napoli con lui, l’uruguaiano, Lavezzi ed Hamsik. “Papà chissà se il mister (Mazzarri) mi farà fare la prima punta con Cavani largo o vorrà provare uno schema inverso”. Fu in quell’occasione che gli dissi: “Fà, ma non l’hai capito che ti vogliono vendere?”. Pochi giorni dopo arrivò la cessione e l’inizio di una tristissima vicenda di cui non potevamo parlarne con nessuno. Il resto è storia nota. E’ finalmente finito un incubo per Fabio e tutta la nostra famiglia”.
Fonte: InterNapoli.it
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