La Primavera del Napoli inizia nel migliore dei modi la nuova stagione. La vittoria maturata sabato scorso a Sant’Antimo contro il Genoa ha palesato diversi segnali di crescita nelle dinamiche di gioco dei ragazzi di Saurini rispetto allo scorso anno ma ci sono alcune defezioni ancora da colmare. Nel complesso l’organizzazione di gioco è stata molto ordinata, mostrando tenacia e carattere contro uno smarrito Genoa, squadra orfana di Salcedo e Pellegri aggregati alla prima squadra. La fase di palleggio degli azzurrini è stata coordinata bene nel complesso, registrando il fraseggio più lungo della partita al 70’ con 13 passaggi effettuati, testimonianza di come si propenda molto di più per un gioco caratterizzato dal possesso piuttosto che basato esclusivamente sulle ripartenze. A rendere la fase d’impostazione molto più fluida ci ha pensato Otranto: il regista azzurro si espresso ad ottimi livelli giocando al massimo a due tocchi e cercando spesso (talvolta forzando) la verticalizzazione. Il trio in mediana completato con Basit e Gaetano ha tenuto le giuste distanze in mezzo al campo, sebbene ha registrato qualche sbavatura in fase di copertura lasciando campo aperto agli avversari, vedi l’occasione sventata da Schaeper all’8′, dopo l’accelerazione di Micovschi sulla sinistra e la conclusione di Karic.
L’ingresso nella ripresa di Micillo al posto di uno spento Leandrinho (fuori in via precauzionale per una botta rimediata) ha permesso a Gaetano, apparso più responsabilizzato e “leader” di squadra rispetto allo scorso anno, di avanzare il suo raggio d’azione rivestendo i panni della punta centrale. In avanti il più pimpante è sembrato Zerbin: il biondo attaccante azzurro si è reso pericoloso in quattro circostanze nel primo tempo, offrendo una prestazione di corsa e intensità. Mezzoni, invece, deve ancora trovare l’intesa con i compagni, spesso opta per la giocata singola che però sbaglia. Non si discutono le qualità fisico-tecniche di cui è in possesso il giocatore ma nella gara di sabato è apparso il meno vivace ed in tal senso la prossima gara contro lo Shakthar Donetsk può rappresentate l’appuntamento giusto per riscattarsi. Nel reparto offensivo è apparso in ombra anche Leandrinho, lasciato troppo isolato in avanti e fuori dal contesto della partita. Il brasiliano s’abbassava troppo alla ricerca del pallone e non dava profondità. Man of the match è stato senza dubbio Ciro Palmieri, talento del vivaio azzurro che durante il corso di questi anni ha dimostrato una crescita esponenziale (IamNaples.it vi ha parlato di lui nel giugno 2013 ), migliorando le sue qualità tecniche e fisiche durante questi anni nel percorso vissuto con gli allenatori Carnevale e Marino. La retroguardia azzurra è apparsa non sempre abbottonata. Scarf ha dimostrando una buona intelligenza tattica, offrendo la copertura necessaria in più di una circostanza nelle diagonali a supporto dei compagni. Il terzino sinistro tuttavia deve però migliorare sensibilmente nei cross, poiché spesso imprecisi. Il suo dirimpettaio di reparto invece, Schiavi, ha partecipato di più alla fase offensiva, arrivando più spesso sul fondo, disputando quest’ultimo la solita partita di sacrificio e sostanza. La coppia Manzi–Esposito non ha dato modo alla punta centrale Szabo di muoversi con destrezza in avanti. E’ spesso Esposito a staccarsi dalla linea, seguendo bene l’avversario nei traversoni da metà campo avversaria. Non si possono non registrare tuttavia le due clamorose palle gol sciupate da Zanimacchia al 55’ ed al 62’ o come il gol incassato per un’uscita non perfetta di Schaeper (protagonista prima di due belle parate). Disattenzioni come queste in un campionato come quello Primavera diventato quest’anno di un livello decisamente superiore e, soprattutto, in campo europeo con la Youth League possono costar caro. Il nervosismo e la smania di non portare il risultato a casa nei dieci minuti finali indicano come questa squadra debba crescere in termini di personalità, nutrendo una migliore gestione della gara nei frangenti più difficili. Domani c’è lo Shakthar Donetsk di Sergiy Shyshchenko, squadra attualmente prima nel suo campionato che ha un certo feeling con questa competizione europea arrivando due anni fa in finale contro il Chelsea, prima di rituffarsi nuovamente in campionato ragionando sulla trasferta di Verona contro il Chievo (vittorioso al debutto a Formello contro la Lazio). Un anno fa dopo la vittoria contro il Cesena, a Kiev in Youth League arrivò una sonora batosta. L’auspicio è che la musica sia diversa perchè partire bene per questa squadra può rappresentare un’importante iniezione di fiducia per il suo percorso di crescita.
A cura di Gilberto D’Alessio
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