L’allenatore del Verona Fabio Pecchia ha parlato in conferenza stampa nel post-partita di Verona-Napoli. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it:
“Mi fa piacere che abbia sorpreso tutti escludendo Pazzini, sono valutazioni generali, tecnico-tattiche sulla squadra e sull’avversario. La squadra deve continuare a lavorare, tanti giocatori devono trovare la loro migliore condizione, ho bisogno che stiano più tempo insieme, che giochino. Mi è piaciuto molto l’approccio nel secondo tempo, potevamo subito riaprire la partita. Se avessimo preso gol in un’altra situazione, avrei accettato diversamente, si tratta di gol evitabili. Mi fa rabbia più il secondo gol perchè potevamo coprire meglio ma Insigne è un fenomeno tecnicamente e fisicamente, è riuscito a coprire settanta metri di campo. La squadra mi è piaciuta di più rispetto all’Avellino, è stata più compatta ed equilibrata. Spesso il Napoli non subisce neanche un tiro in porta, Reina oggi ha fatto qualche parata. Gli obiettivi della società sono chiari, io devo pensare a quelli che ho. Il modulo di stasera e l’idea Bessa falso nueve può essere replicata, il Napoli deve abituarsi a giocare per il titolo, anche questa è crescita, per me il gap con la Juventus si assottiglia sempre di più ma la lotta scudetto sarà aperta a tante squadre. Ghoulam? E’ cresciuto come tanti giocatori di questo gruppo, sul rinnovo del contratto non tocca a me esprimermi. Sapevo che la scelta di Pazzini sarebbe stata considerata forte, arriveremo alla gara di Crotone meglio di oggi. Al di là della comunicazione, riguardo alla linea difensiva deve crescere la conoscenza del reparto. La crescita di ogni singolo giocatore farà migliorare tutto il reparto. Nel primo tempo abbiamo sofferto di più il palleggio loro, Buchel deve crescere con il minutaggio e la continuità, per me può anche giocare con Zuculini. E’ chiaro che poi, quando si perde, le scelte non vengono capite. Avevo chiesto un po’ di più d’ampiezza, quando siamo andati in velocità abbiamo creato qualche situazione, l’occasione di Verde nasce da un cambio di gioco”
Dal nostro inviato al “Bentegodi” Ciro Troise
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