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Analisi Tattica Napoli Calcio

Notte amara di Champions: tre indizi fanno una prova, per l’Europa serve altro

La trappola di Fonseca blocca gli azzurri, lo Shakhtar vince il match a centrocampo annullando Hamsik e Zielinski

La notte di Champions ha il sapore amaro della sconfitta per il Napoli che adesso dovrà immediatamente ripartire domenica al San Paolo con la sfida al Benevento. Azzurri fuori dal match per oltre un’ora di gara, pagano la condizione atletica deficitaria nei confronti di uno Shakhtar pimpante ed alcune scelte poco felici di Maurizio Sarri, oltre che agli errori individuali ritornati prepotentemente in auge nella notte di Kharkiv. La formazione di Fonseca è meno spregiudicata di quanto si potesse pensare e il 4-2-3-1 disegnato si trasforma spesso in un 4-4-1-1 in fase di non possesso, generando densità in mezzo al campo e giocando sugli errori del Napoli. La strategia paga per gli ucraini che al 15’ passano in vantaggio con Taison. Bell’azione dalla destra con palla recuperata a metà campo e giocata sull’out per Srna, triangolazione con la punta per favorire l’inserimento di Taison che, aiutato anche dall’intervento poco cattivo di Zielinski che ne fa scaturire un rimpallo favorevole, trova l’angolino alla sinistra di Reina. L’approccio alla gara del Napoli non è dei migliori, lo Shakhtar con le sue linee strettissime approfitta degli errori di impostazione di Albiol, Koulibaly, Zieliski e Hamsik per ripartire e ribaltare immediatamente il fronte. Il pressing degli azzurri è sterile e facilmente eluso dal palleggio degli uomini di Fonseca che trovano sempre la verticalizzazione per uno dei tre trequartisti, libero e con metri di campo avanti, tagliando sistematicamente il centrocampo azzurro, lasciando solo Diawara sempre in inferiorità numerica e in affanno. Il giovane centrocampista infatti è stato tra i peggiori del primo tempo. Il copione della gara è il medesimo nella ripresa. Linee strette dello Shakhtar e gli azzurri che si ostinano a provare a penetrare centralmente, quando poi i pericoli maggiori arrivano quando si allarga il gioco per gli inserimenti sulla fascia mancina di Ghoulam. Il goal del 2 a 0 degli ucraini però è una vera doccia fredda, Ferreyra di testa approfitta di un’uscita completamente a vuoto di Reina, su un cross dalla sinistra, che gli spiana la strada per la rete del raddoppio. Mossa della disperazione di Sarri che toglie un evanescente Hamsik per Mertens, il cambio almeno dà vivacità all’attacco azzurro ma il tecnico è costretto subito dopo a togliere anche Zielinski per Allan per dare un minimo di equilibrio al nuovo 4-2-3-1 azzurro, di questo cambio ne trae giovamento soprattutto Diawara che ha una spalla su cui contare nei duelli a centrocampo e non è più solo in balia dei trequartisti dello Shakhtar. Il Napoli diventa pericoloso solo su azioni individuali, una di Mertens provoca il rigore trasformato da Milik per il goal dell’illusione azzurra. I primi tempi con l’Atalanta e il Bologna erano stati già un segnale, tre indizi però fanno una prova e, come ammesso anche dal tecnico nel post partita, la squadra sta accusando uno scarico di energie mentali dopo l’impegno del preliminare di Champions League. Mentre le qualità individuali del Napoli hanno permesso di ribaltare le gare contro Atalanta e Bologna, in Europa probabilmente serve qualcosa in più. Ad oggi, con la rosa non al top della condizione, sembra difficile rinunciare ad Allan, l’unico incontrista puro della squadra e probabilmente uno dei calciatori più brillanti di questa stagione. La sconfitta può essere un bagno d’umiltà e servirà a dare consapevolezza al gruppo per ripartire immediatamente domenica contro il Benevento, consci di quelli che sono i propri limiti strutturali ma sicuri delle proprie armi. Resta un problema momentaneo la condizione di Hamsik, il vero regista assieme ad Insigne. Fino a che il centrocampista slovacco non troverà la forma ideale il Napoli farà fatica con squadre con un pressing così organizzato senza il suo miglior uomo ad attaccare lo spazio.

Andrea Cardone

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