Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Nino D’angelo.
A proposito, martedì il Napoli si è sentito «scippato» a Torino. Lei è d’accordo?
«Solo in parte, onestamente. Credo che ci fosse rigore su Albiol mentre è difficile giudicare i due penalty assegnati alla Juve. Dal mio punto di vista, il Napoli non ha giocato il suo solito calcio. Ha prodotto meno occasioni rispetto a tante altre volte e ho la sensazione che dopo Madrid qualcosa è cambiato».
Preoccupato che possa essere la stagione dei rimpianti?
«Sarebbe ora di vincere qualcosa. È vero che siamo in Europa da tanti anni, ma da tempo sento parlare di crescita e invece manca sempre l’ultimo passo in avanti».
Dall’ultimo scudetto sono passati trent’anni. Come festeggerà questa ricorrenza?
«Il 21 giugno compio 60 anni e il 24 giugno terrò un concerto al San Paolo. Il ragazzo della Curva B che canta nello stadio di Fuorigrotta, sarà un’emozione grandissima. Una festa per la città, infatti i prezzi saranno popolari. Per quella occasione vorrei al mio fianco tanti artisti napoletani ma inviterò anche alcuni protagonisti di quel primo scudetto. L’unica altra volta che mi sono esibito al San Paolo risale al 2004, era una sera di luglio con il Napoli che viaggiava verso il fallimento e la gente assiepata sugli spalti quasi a celebrarne il funerale. A giugno, invece, sarà festa grande e aspettatevi una grande sorpresa per i tifosi…».
A proposito, un tempo era una festa anche Roma-Napoli. Che partita si immagina?
«Una bella gara tra due squadre che giocano un buon calcio, può essere decisiva per la stagione di entrambe. Per gli azzurri è l’occasione per un pronto riscatto dopo il k.o. in Coppa Italia, fare risultato sarebbe importante per la classifica ma soprattutto per il morale visto che martedì è in programma la super sfida con il Real».
Da tifoso napoletano e da cittadino romano quanto le fa male che i napoletani ancora una volta non potranno essere all’Olimpico sabato per il derby del Sud?
«Fa male non solo a me ma al calcio in generale. Bisogna combattere le frange violente del tifo con pene severe e restituire alla gente la gioia di andare allo stadio. Quello che è accaduto a Ciro Esposito è assurdo, non si può morire per una partita. Ho parlato con Antonella Leardi e ho messo a disposizione il teatro Trianon per il primo “Premio Ciro Esposito”, una serata nella quale premieremo calciatori che si sono distinti per i loro valori etici. Ragazzi come Pisacane o Donnarumma, facce pulite del calcio».
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