Negli ultimi anni il mondo del calcio è stato preso d’assalto completamente da numerosi investitori stranieri: l’Europa, la Premier in particolare e l’Italia negli ultimi anni, hanno portato alla ribalta colossi russi, cinesi o americani che hanno investito tanti soldi ed hanno, man mano, dato una crescita incredibile al mercato dei calciatori, arrivando così a spendere cifre folli. Da questo punto di vista il Napoli è un modello virtuoso e la società di De Laurentiis, attualmente tredicesima nel ranking europeo, è una società da prendere in esempio.
Sulla scia dei modelli delle scuole di club come Ajax e Porto, il club azzurro è riuscito ad ottenere in circa dieci anni grandi risultati, tra trofei e qualificazioni Champions, mantenendo un bilancio sempre verde (l’unico dei 3 club in Italia, assieme a Fiorentina e Lazio) e facendo appassionare milioni di tifosi in Italia ed in tutto il mondo.
In questi anni tanti calciatori sono passati da quell’ottavo posto raggiunto nella stagione 2007-2008, risultato che portò alla qualificazione in Intertoto ed al successivo ingresso in Coppa Uefa, avvenimento storico ed aspettato da anni dalla tifoseria partenopea: da Lavezzi ad Edu Vargas, da Albiol a Milik, gli azzurri hanno trovato una dimensione internazionale e si è arrivati ad un contesto dove giovani talenti europei (vedi Ounas e Berenguer) sognano la maglia azzurra e fanno di tutto pur di indossarla.
Dalla stagione 2007-2008 il Napoli ha investito poco meno di 400 milioni di euro per gli acquisti, cifra ammortizzata ampiamente e che con le diverse qualificazioni in Champions consecutive, gli introiti dai diritti tv ed ovviamente le cessioni (circa 340 milioni di euro quest’ultime) ha consentito agli azzurri di guadagnare oltre 50 posizioni nel ranking Uefa, di vincere 2 Coppe Italia ed una Supercoppa e di riportare in alto il nome del Calcio Napoli. L’uomo della continuità, il capitano azzurro è Marek Hamsik, protagonista e principale esponente di questo esempio virtuoso che rappresenta il club partenopeo: pagato circa 5,5 milioni di euro dal Brescia il calciatore ha realizzato 113 reti, è stato richiesto da diverse big italiane ed europee ed è il simbolo della crescita e dell’affermazione del Napoli. Tra l’altro, nella prossima stagione probabilmente, lo slovacco supererà Maradona e potrebbe diventare il più grande marcatore della storia del Napoli.
Oltre a “Marekiaro”, come dimenticare Christian Maggio, esterno destro arrivato ad 8 milioni un anno dopo e autentico “vice-capitano” e trascinatore di questa cavalcata azzurra verso l’Europa.
Tra gli acquisti più esosi in questi anni, bisogna annoverare sicuramente Edinson Cavani e Gonzalo Higuain, venduti successivamente attraverso faraoniche plusvalenze e protagonisti a suon di gol della rinascita di Napoli. C’è stato normalmente qualche flop in questi anni, dal già citato Edu Vargas ad Hoffer. Non tutte le ciambelle possono venire con il buco, basta pensare al caso Quagliarella, pagato quasi 18 milioni all’Udinese e venduto dopo solo un anno alla Juventus (conosciamo tutti la sua triste vicenda, CLICCA QUI per leggere).
Proprio l’Udinese è stata una delle fonti d’ispirazione per il mercato azzurro: nel gruppo di Sarri dall’Udinese sono arrivati sia il brasiliano Allan che il centrocampista polacco Piotr Zielinski. Entrambi arrivati per circa 15 milioni di euro l’uno valgono ora più del doppio e mostrano l’efficacia dei dirigenti azzurri a trovare talenti. Inoltre, altre operazioni come quelle per Koulibaly, per il croato Rog o per il belga Dries Mertens mostrano l’efficacia e la grande conoscenza del calcio europeo degli scout azzurri a cui sta contribuendo Cristiano Giuntoli, esperto direttore sportivo del club e importante collaboratore per la società partenopea.
In un’epoca in cui il difensore dell’Everton John Stones viene pagato 60 milioni di euro dal Manchester City ed il centrocampista del Monaco Geoffrey Kondogbia viene pagato quasi 40 milioni dall’Inter, la società partenopea è un esempio per i suoi buon investimenti e per la sua capacità nel saperli sfruttare. Altro protagonista ed aiutante di questa enorme crescita è l’allenatore Maurizio Sarri, bravo a mantenere un sano equilibrio di spogliatoio dopo l’addio di Rafa Benitez, e capace di dare al Napoli una straordinaria identità di gioco e di far esprimere agli azzurri il calcio più bello d’Italia.
Al Napoli manca la ciliegina sulla torta, lo scudetto atteso dai tifosi azzurri da ventisette anni ma, guardando al percorso di crescita del club di De Laurentiis, bisogna prendere spunto dalle parole di Maurizio Sarri: “Non è programmabile ma è un sogno”.
A cura di Mario Tramo
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