L’ennesimo tormentone di mercato -a cui ogni tifoso del Napoli si è purtroppo abituato- è terminato con la solita triste conclusione: Simone Verdi non sarà azzurro almeno per questa stagione.
Il tanto agognato rinforzo della sessione invernale va a raggiungere la lunga lista di trattative che hanno visto coinvolto il Napoli e che sembravano ormai in porto ma che per un motivo o per un altro non si sono concretizzate, come l’emblematico affare Soriano. La discriminante fondamentale in quel caso fu un ritardo nella consegna dei contratti, quando ormai la volontà del calciatore era già stata acquisita; nel mai sbocciato matrimonio tra Verdi ed il Napoli il motivo della mancata cessione è da ricercarsi proprio nelle intenzioni dell’esterno offensivo scuola Milan.
«Non è un no al Napoli e ai napoletani, non volevo lasciare gli emiliani a gennaio perchè avevo preso un impegno con la società – ha così giustificato l’approdo sfumato il calciatore dei felsinei – L’offerta è stata importante, mi ha lusingato, è normale avere tentennamenti ma poi sono tornato sui miei passi. So di non aver preso un treno importante, ma ho fatto la mia scelta con grande serenità, non avevo intenzione di interrompere il mio percorso di crescita.”
Il Gran Rifiuto
Il sommo poeta fiorentino Dante Alighieri nel descrivere nel terzo canto dell’Inferno la controversa figura del papa Celestino V, il quale rinunciò alla massima carica ecclesiastica in circostanze poco felici, lo apostrofò come “colui che per viltade fece il gran rifiuto” collocandolo nella cerchia dell’Antinferno, dove tristemente si aggirano gli ignavi. Le ragioni del gran rifiuto, secondo la critica e gli storici, sono da ricercarsi molto probabilmente nell’inadeguatezza riconosciuta in prima persona nel ricoprire una così importante carica.
Quello di Simone Verdi è un rifiuto che, secondo le parole del calciatore, sembra essere dettato proprio da una velata inadeguatezza nel non sentirsi ancora pronto per una piazza come Napoli e dalla volontà dunque di voler continuare il suo processo di crescita a Bologna. La continuità trovata nell’anno e mezzo in maglia rossoblu rappresenta in ogni caso un grande traguardo raggiunto, che nella breve carriera di Verdi non si era ancora materializzato. Le esperienze all’Empoli, Eibar e Carpi non sono state redditizie da questo punto di vista e probabilmente hanno frenato la piena fioritura del suo talento. In 48 presenze in Emilia 12 segnature e 10 assist ne hanno dunque indubbiamente consacrato il valore. Il percorso di crescita tuttavia per un giocatore ormai 26enne dovrebbe già essere giunto a buon punto, ma nel caso specifico forse concludere l’anno calcistico al Dall’Ara può permetterne la completa maturazione.
Ma quali sono le ragioni reali del gran rifiuto di Simone Verdi?
Non è malizioso pensare che molto probabilmente sono arrivate alla corte del talento classe ’92 proposte più interessanti da Milano, sponda Inter, per il mese di Giugno che lo hanno inevitabilmente condizionato. La volontà di completare la propria maturazione al Bologna potrebbe sembrare ai più maligni quasi una scusa per rifiutare il Napoli, che nelle figure del presidente De Laurentiis e dell’allenatore Maurizio Sarri si era dimostrato estremamente disponibile nei suoi confronti e pronto ad aprirgli le porte della città. La proposta economica del contratto sembrava essere adeguata, dai 700mila euro percepiti ora a Bologna Verdi sarebbe passato ad 1,7 milioni più bonus per 5 anni, e tutto sembrava filare liscio prima delle inaspettate dichiarazioni ma la trattativa non ha avuto un lieto fine.
Una probabile ed amara considerazione che risulta doverosa a questo punto è se effettivamente possa essere più redditizio dal punto di vista dell’esperienza e non solo economico per il calciatore restare a Bologna per altri 6 mesi a lottare per la salvezza in bassa classifica. Venire a Napoli ed agire da sparring partner avrebbe coinvolto l’esterno ex Empoli in ogni caso nella rincorsa allo scudetto e le speranze di giocare con continuità nella prossima stagione non sarebbero state flebili visto il calo inevitabile di rendimento di un Callejon prossimo ai 31 anni. Se le voci sulla possibile trattativa con l’Inter fossero confermate e il trasferimento in estate dovesse andare in porto, faremmo fatica ancora di più a comprendere il senso di aver rifiutato Napoli per sposare una squadra che ad oggi è ancora un cantiere aperto e non ha nel breve periodo ambizioni da scudetto come la compagine azzurra.
La speranza ad ora è che il Napoli non resti con un pugno di mosche in questo mercato invernale e che con i vari Deulofeu, Politano e Lucas Moura accompagnati dal rientro di Ghoulam e Milik gli azzurri riescano a giocarsi lo scudetto fino alla fine.
A cura di Matteo Cascella
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