Lo staff atletico del Napoli si è confessato ai microfoni de “Il Napolista”, rilasciando alcune interessanti dichiarazioni.
La squadra azzurra composta in parte da Francesco Mauri , Luca Carlo Guerra, Manuel Morabito, Francesco Cacciapuoti, preparatore atletico che si è aggiunto quest’anno, focalizzato sulla prevenzione e la gestione degli infortuni, e Mino Fulco, nutrizionista, ha risposto a tante curiosità.
Sui metodi di allenamento:
Siamo forse l’unico staff al mondo per cui il giorno di recupero è più importante del giorno di massimo carico. Perché non è affatto vero che la sofferenza, il sacrificio, le corse nei boschi ti fanno rendere di più in campo. I principi di fisiologia dicono l’esatto contrario, eppure sono principi difficili da fare accettare».
Siamo a favore del lavoro duro di alta intensità ma poi concediamo il tempo che questo lavoro di alta intensità faccia effetto. Perché se tu fai un lavoro di alta intensità che non fa effetto, hai creato un danno.”
Sul Liverpool:
«Hanno giocatori – spiega Luca Guerra – che a livello mondiale sono fuori scala per molti parametri. Per loro dovrebbero riscrivere i libri di analisi delle performance. Eppure in media siamo stati superiori a loro. Abbiamo avuto prestazioni più omogenee che sono riuscite a offrire un risultato di squadra più efficace. Loro hanno avuto picchi individuali incredibili, noi di meno»
«Ma il dato cui siamo più orgogliosi, è quello relativo alla partita divisa in sesti, in sei quarti d’ora. Nel secondo tempo, loro sono calati, noi no».
È stata una partita di una intensità straordinaria, le performance delle due squadre si sono intersecate per tutta la durata del match. Però – aggiunge Guerra – va detta anche un’altra cosa. È stato un incontro in cui l’arbitro ha fischiato pochissimo: 14 interruzioni, 4 falli nostri, 10 loro.
Non è vero quel che spesso si dice, e cioè che le squadre italiane sono meno intense di quelle inglesi. La verità è che da noi si gioca un calcio diverso rispetto al loro. Da noi c’è meno intensità perché ci sono più interruzioni, ci sono molti fattori che ti fanno abbassare il ritmo».
Su Allan:
«C’è stata indecisione fino alla fine se farlo giocare o meno, perché faticava a recuperare. Poi, il giorno prima, lo abbiamo visto molto bene in allenamento e infatti ha disputato una grande partita. I crampi sono dovuti al fatto che ha sofferto nei giorni precedenti.
«Dal messaggio che ha trasferito Carlo (Ancelotti, ndr) in conferenza stampa alla preparazione svolta in allenamento. I giocatori hanno percepito il messaggio, hanno percepito la nostra convinzione di giocarcela alla pari con i campioni d’Europa. E ormai non solo. Questo gruppo sta crescendo giorno dopo giorno, è sempre più consapevole. Vincere qui, se dovesse accadere, non sarebbe un miracolo. È un concetto fondamentale per giocarsela con convinzione»
Su Insigne:
“Fermare Insigne a Torino ci ha evitato una rottura. Ha impiegato quattro giorni per recuperare pienamente, non abbiamo voluto in alcun modo forzare. Non ha giocato da infortunato contro la Juventus. Ha giocato, ha sprintato, lo dicono i dati, ma ha avvertito un indurimento in anticipo. Ed è stato meglio fermarsi».
«Fare bene, vuol dire salvaguardare l’atleta. Il benessere del calciatore è il nostro obiettivo, oltre ovviamente a quello di condurlo nelle migliori condizioni possibili alla partita. Noi siamo convinti – e i risultati fin qui ci stanno dando ragione – che in questo modo renda di più e meglio. Non è vero che l’atleta va spremuto. Se il giorno di massimo carico di lavoro, che in genere abbiamo in mezzo alla settimana, non è seguito da un giorno di scarico quasi totale, è un giorno perso. Paradossalmente, è meglio fare due giorni di scarico di fila che non due giorni di carico. Nessuno lo dice, ma è la verità. Anche il lessico che accompagna la preparazione atletica, andrebbe completamente rivisto».
«Per raggiungere picchi di alta intensità, devi alternare il lavoro con picchi di recupero importante. Niente corse lunghe, niente corse lente, niente pesi. È difficile far comprendere l’importanza di questi elementi».
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