VERSO LA GARA – In un San Paolo tutto esaurito, il Napoli di Sarri affronta l’Inter nell’ambito della nona giornata del Campionato di Serie A: dopo la sconfitta di Champions League rimediata in settimana contro il Manchester City, il tecnico dei partenopei conferma i suoi ‘titolarissimi’, schierando Jorginho dal 1’ in cabina di regia e dunque non Diawara – che aveva segnato il rigore del 2-1 contro i Citizens – insieme ad Allan (subentrato nella ripresa a Zielinski col City) e capitan Hamsik a centrocampo. In attacco, Sarri recupera Insigne – la presenza dell’attaccante di Frattamaggiore era in dubbio dopo che era uscito per infortunio martedì sera –, che insieme a Callejon andrà a supportare Mertens nel tridente offensivo. Spalletti, tecnico dell’Inter, si presenta a Fuorigrotta con un 4-2-3-1 che vede Nagatomo e D’Ambrosio sulle corsie laterali, con Miranda e Skriniar al centro della difesa; in mediana, Gagliardini affianca Vecino, mentre Borja Valero viene inserito da Spalletti nel tridente completato dagli esterni offensivi Perisic e Candreva che agirà alle spalle dell’unica punta Icardi.
LE CHIAVI DEL MATCH – Fin dai primi minuti di gara, si intuisce a ragione che i ritmi saranno altissimi da una parte e dall’altra: d’altro canto, il Napoli dimostra di essere comunque più rapido ed efficace nel palleggio dei nerazzurri, penetrando nella metà campo avversaria nonostante il buon disimpegno in fase difensiva degli uomini di Spalletti. Va sottolineato in particolare il lavoro svolto da Borja Valero: il centrocampista spagnolo infatti si sacrifica molto senza palla e, a dispetto della posizione di trequartista in cui viene impiegato, è costretto soprattutto a curare la fase difensiva, marcando Jorginho in fase di non possesso per arginare la fonte principale del gioco del Napoli. Quando il Napoli detiene il possesso palla, l’Inter si dispone in campo con un 4-5-1 che vede gli esterni offensivi costretti ad un minuzioso quanto estenuante lavoro di copertura. D’altra parte, i nerazzurri provano più volta a superare la difesa azzurra sfruttando la fascia destra con Candreva per ritrovarsi in superiorità numerica contro Ghoulam quando Insigne non rincula tempestivamente – soprattutto nella ripresa, per via della stanchezza e dei postumi dell’infortunio: il laterale algerino però dimostra di essere cresciuto in maniera esponenziale nella fase difensiva negli ultimi mesi, recuperando spesso la sfera o comunque intervenendo in maniera efficace. L’Inter dimostra di soffrire il pressing effettuato dal Napoli nella trequarti nerazzurra e per bypassare questa problematica, nella ripresa Nagatomo si stacca rispetto alla difesa a quattro per guadagnare linee di passaggio e dunque spazi. D’altra parte, i nerazzurri risentono particolarmente delle accelerazioni del Napoli sulle fasce (soprattutto dalle parti dello stesso Nagatomo sulla fascia sinistra) e in generale del gioco in ampiezza degli azzurri. Al 71’, Spalletti sostituisce Borja Valero con Joao Mario: il portoghese viene impiegato da trequartista come Borja Valero, ma le attitudini dei due calciatori sono diverse e Joao Mario è sicuramente più offensivo; nel Napoli, Hamsik viene richiamato in panchina e al suo posto entra Zielinski. Successivamente, Sarri sostituisce anche Allan con Rog e richiama in panchina Insigne, schierando al suo posto Ounas, mentre Spalletti fa rifiatare Candreva, inserendo Cancelo come esterno offensivo a destra, e spende l’ultimo cambio a sua disposizione per mandare in campo Eder al posto di Icardi. Nonostante una ghiottissima occasione da goal di Mertens al 90’ – in questa circostanza, Handanovic si supera per l’ennesima volta nell’intervento –, il big match tra la prima e la seconda della classe termina a reti inviolate.
A cura di Mariano Menna
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