VERSO LA GARA – Al San Paolo, il Napoli affronta il Feyenoord nella seconda gara del girone F di Champions League. Sarri schiera dal 1’ Maksimovic al centro della difesa (Albiol non va neppure in panchina) al fianco di Koulibaly, con Hysaj e Ghoulam confermati sugli esterni. Arriva la conferma anche per il centrocampo e per l’attacco, con capitan Hamsik che sarà affiancato da Jorginho ed Allan, mentre Mertens agirà da punta centrale nel tridente completato da Insigne e Callejon. Nel Feyenoord, van Bronckhorst attua un 4-3-3 che vede Tapia (Van Der Heijden dà infatti forfait all’ultimo minuti) e St. Juste al centro della difesa, con Haps e Diks laterali bassi, mentre Vilhena agirà a centrocampo con El Ahmadi e Amrabat. In attacco, infine, l’ex terzino di Arsenal e Barcellona si affida al tridente composto da Boetius, Toornstra e Berghuis, col secondo non è un attaccante e agirà in posizione più arretrata.
LE CHIAVI DEL MATCH – Il Feyenoord scende in campo con un vero e proprio 4-4-1 in fase di non possesso, che diventa 4-2-3-1 in fase di ripartenza: Toornstra, Vilhena e Berghuis vanno a formare il tridente di trequartisti alle spalle di Boetius unica punta. Ad inizio gara, gli azzurri attuano un pressing sistematico sul portatore palla avversario per spezzare il palleggio iniziale del Feyenoord. Il Napoli si porta in vantaggio già al 7’ con Insigne, che recupera palla, sradicandola dai piedi di un avversario, si proietta verso l’area di rigore e trova la conclusione vincente di destro dalla distanza. Dopo il goal dei partenopei, i ritmi tendono ad abbassarsi anche per via della circolazione di palla proposta dal Napoli, che mira a sfiancare gli avversari per poi cercare la verticalizzazione repentina. Ad inizio ripresa, il Napoli raddoppia con Mertens, che sfrutta un retropassaggio errato di Diks e si invola verso la porta, depositando il pallone in rete col destro. Il secondo tempo vede le squadre più allungate e dunque è caratterizzato da numerosi ribaltamenti di fronte. Al 67’, l’arbitro Collum assegna un calcio di rigore al Feyenoord per atterramento di Berghuis da parte di Ghoulam: dagli undici metri, Toornstra si fa ipnotizzare da Reina, che preserva il risultato con un’ottima parata in tuffo; dopo il rigore, lo stesso Toornstra viene richiamato in panchina e lascia posto a Basacikoclu, mentre Sarri sostituisce Hansik con Zielinski. Al 70’, il Napoli prende in parola la vecchia legge del calcio che dice: “goal sbagliato, goal subito”, calando il tris: Mertens serve sulla corsa Callejon, che penetra in area e da posizione defilata trova un diagonale chirurgico col destro. Subito dopo, l’autore del goal lascia spazio a Rog e si accomoda in panchina: il croato va dunque a posizionarsi sulla fascia destra al posto dell’attaccante spagnolo. Il Feyenoord mette a segno il goal della bandiera nei minuti di recupero con Amrabat, che si inserisce in area tra i centrali del Napoli – i due temporeggiano in maniera erronea e non vanno ad aggredire l’avversario –, battendo Reina. La gara si chiude dunque con la vittoria casalinga per 3-1 del Napoli, che è riuscito a sfruttare al meglio gli episodi – passando dal possibile 2-1 degli ospiti dal dischetto al 3-0 di Callejon che ha chiuso definitivamente la gara. Nel secondo tempo, però, gli azzurri hanno concesso troppo spazio agli avversari – non attuando in maniera efficace il pressing e permettendo così agli olandesi di avvicinarsi alla propria area di rigore ed andare in più circostanze alla conclusione. Tralasciando il risultato, non sarà certo superfluo per Sarri lavorare sulla tenuta psichica e sulla concentrazione del reparto difensivo per evitare il più possibile che una disattenzione possa contribuire a compromettere una partita ben avviata.
A cura di Mariano Menna
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