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Moggi: “Con Andrea Agnelli mi sento spesso. Ancelotti? Non credo che il Napoli possa vincere”

Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ve ne proponiamo uno stralcio.

«Il calcio resta la mia vita, anche se quello di oggi mi fa schifo. Anche volendo, non potrei starne fuori. Continuano a telefonarmi. Mi chiedono consigli. Dessi retta a tutti, oggi avrei più lavoro di prima». 

Chi ti chiama? 

«Gli amici. Ne ho tanti ancora nel calcio. Ma resto vicino alla mia Juve. Con Andrea Agnelli mi sento spesso. E’ un ragazzo sveglio. E’ stato con noi 12 anni e ha imparato tutto. Lui lo sa bene che gli scudetti sono 36, tutti conquistati sul campo. Nessuno ha mai aiutato la Juve a vincere». 

Lo scudetto. 

«Lo vince l’Inter alla grande. Conosco poco Spalletti, mi sembra un prete quando parla, ma hanno fatto una gran squadra. Hanno preso un centrale difensivo forte, uno in mezzo al campo che tira la linea, Nainggolan, e un campionissimo là davanti, quel Martinez».  

Le altre? 

«La Roma ha venduto certezze e comprato speranze. Il problema lì è che si fabbricano eroi in dieci minuti, vedi Kluivert. Il Napoli è da primi posti, ma non vedo come possa vincere».  

Ancelotti in panchina non basta? 

«Grande allenatore, non si discute, oltre che un ragazzo eccezionale, ma non può bastare». 

Grande allenatore, ma tu l’hai fatto fuori alla Juve.  

«Non aveva l’esperienza giusta e comunque fece due buoni campionati con noi. Ci hanno sfilato due scudetti, il primo anno con Collina e il diluvio di Perugia, il secondo quando fu permesso alla Roma di schierare Nakata contro di noi a Torino, poi decisivo».  

Resta il fatto che hai preso Lippi al suo posto. 

«E’ stata la sua fortuna. La svolta della sua vita. Stava andando a firmare a Parma con una squadra turca. Mi telefonò Berlusconi e mi chiese referenze. Ne parlai benissimo. Mi disse: “Chiamalo e mandalo da me”. Dal Milan in poi Carlo ha allenato solo grandi club».  

Quando i tifosi lo chiamavano “maiale”, voi società non l’avete difeso. 

«Parlai con i tifosi e dissi: “Ancelotti è un maiale? Allora sappiate che per la prima volta un maiale andrà in panchina, perché Ancelotti sarà l’allenatore della Juventus”. Poi, chiaro, alle prime sconfitte la cosa tornò fuori». 

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