Un assalto al bar che viene considerato un ritrovo dei tifosi dell’Hellas; lo sfondamento di una barriera nella Curva Sud del Bentegodi per accedere allo stadio senza biglietto e senza documenti di identità. Due episodi che rimettono gli ultrà del Napoli al centro delle polemiche in una domenica che il Viminale considerava ad alto rischio visti gli incroci possibili tra le tifoserie «nemiche» degli azzurri e della Roma. Gli stadi sono luoghi pericolosi che troppi scambiano per zona franca, dove in pochi fanno respirare a tutti gli altri la polvere sottile dell’odio, della violenza verbale che può diventare anche fisica.
E così un branco di ultrà, tra trenta e quaranta, ha assaltato con spranghe e coltelli il «Caffè Oro Bianco» in Corso Cavour, prima della partita Chievo-Napoli, devastando completamente il locale, ritrovo abituale dei tifosi del Verona.
Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, i tifosi poco dopo le 13 hanno sfondato la vetrina, lanciato in aria i tavoli e hanno costretto per alcuni lunghi minuti i clienti del locale a barricarsi all’interno dell’esercizio commerciale.
Alan Ceruti, il proprietario, ha raccontato anche di aggressori armati di coltelli e della presenza di alcuni bambini che erano lì per poter guardare alla tv proprio la partita dell’Hellas con i propri genitori.
«Stavamo finendo di pranzare, eravamo in 15 tra cui due bambini – racconta ancora il titolare del locale – quando un mio cliente che si trovava all’esterno mi ha avvertito che stava accadendo qualcosa di strano». Secondo quanto riferito da Ceruti, la strada dove si trova il bar è stata improvvisamente bloccata da tre furgoni e cinque auto, da cui è sceso un gruppo di quaranta ultras napoletani.
Per l’europarlamentare Lorenzo Fontana (Lega) «quello compiuto oggi è un gravissimo atto di delinquenza e vigliaccheria da condannare con massima fermezza. Chi ha assaltato il bar non è definibile tifoso ma ha un solo nome: delinquente».
fonte: ilmattino
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