Adenor Leonardo Bacchi, detto Tite, il ct del Brasile, il cerchio sembra averlo chiuso: da quando è alla guida della Seleçao ha responsabilizzato i volti più freschi consegnando loro le chiavi dell’attacco e in un certo senso della storia del Paese (Neymar, Coutinho, Firmino). Il Brasile è da tempo sicuro di un posto per Russia 2018 eppure i collaboratori del selezionatore brasiliano da un po’ di tempo continuano a tenere sotto osservazione sia Allan che Jorginho. Già, il Brasile pur alternando i suoi moduli, negli ultimi tempi sembra piuttosto affezionato al 4-3-3 sarriano, con una linea mediana composta da Augusto, Casemiro e Paulinho.
Sarri, a dire il vero, farebbe a meno di una convocazione perché sa bene che i voli transoceanici, di questi tempi, stancano. E non poco. Però Allan ci spera. Come ci spera Jorginho. Il regista italo-brasiliano ha compreso che difficilmente Ventura lo chiamerà: lui ha collezionato due presenze con l’Italia ma solo in gare amichevoli, quindi non ufficiali. Motivo per cui, è «convocabile» ancora anche dalla nazionale brasiliana.
Il Brasile è un sogno per Allan, mentre per Jorginho lo è un po’ meno visto che ha per prima cosa detto di sì all’Italia di Conte. Loro sono l’esempio di come il calcio brasiliano solitamente fatto da primedonne è finito. Tite nelle prossime settimane verrà in Europa e farà un salto anche in Italia per vedere da vicino i progressi di questi due giocatori che sono nel momento della massima maturità: il 10 novembre, a Lilla in Francia, è prevista un’amichevole con il Giappone e il ct ha già lasciato intendere che proverà una nazionale sperimentale. Ecco, potrebbe essere quello il giorno della verità, per comprendere se Allan e Jorginho possono ancora sperare di poter prendere parte al prossimo Mondiale.
Il Brasile guarda Allan e un po’ anche Jorginho. D’altronde l’ex Udinese ha carattere e personalità, va d’accordo con i compagni e non sta antipatico agli avversari con i quali è sempre corretto e rispettoso. Ha il talento e il palleggio del giocatore di calcio a cinque e la grinta del mediano che ringhia. Ecco, Sarri sa bene che per la loro autostima, ricevere la chiamata della nazionale del proprio Paese sarebbe assai importante. E in fondo incrocia le dita per i due: dovessero essere convocati, in fondo, sarebbe in gran parte merito suo.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro