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Maccarone: «Sarri convincerà Higuain. E’ un gran motivatore. Su Valdifiori …»

«Con lui il Napoli ha fatto un affare: sa cosa lo aspetta, con i suoi metodi non fallirà»

Grande squadra. Grande piazza. E grandi anche gli obiettivi e le pressioni. Ora. E pure non sarà proprio tutto diverso e nuovo per lui. Perché anche a Empoli, c’era qualcosa di grande. Anzi, di “big”. C’era lui, c’era “BigMac”: Massimo Maccarone. Quarantaquattro gol nei tre anni di Sarri in panchina. Il bomber. Dalla Premier alla Provincia. Il centravanti che di “big”, di grande, adesso, ha anche la nostalgia. E il timore che il Napoli possa portarsi davvero tutti via. «Sì, ok, hanno preso Sarri e Valdifiori. Però ci lascino Saponara: lui no, proprio no. E’ bravo, è giovane ed è ormai anche pronto per dimostrare quanto è forte a certi livelli. Ma ha tutto il tempo per crescere: vorrei rimanesse con noi». Speranza legittima. Come gli eventuali rimpianti: altri… Ne ha già per Sarri. E la malinconia è sentimento. E’ riconoscenza per quel che gli ha dato. E’ stima per un uomo da conoscere: ma meglio se nello spogliatoio, lì dove l’uomo esce fuori per quel che è e non finge. Non può. Perché i giocatori ti “pesano” subito. E sanno quanto vali e chi sei, dopo un attimo. «Il Mister sembra un tipo burbero. Scontroso e ruvido. E invece sa scherzare ed entrare in sintonia col gruppo. Certo, quando c’è da fare sul serio, non si scherza».

E allora ce lo presenti lei, Maccarone: chi è Maurizio Sarri?

«E’ un signor allenatore. Ma davvero. Attento ai particolari: e questa volta, non è una frase fatta. Studia i minimi dettagli. Di tutti. Giocatori e avversari. Fa il suo calcio indipendentemente dagli altri, ma sa sfruttarne le debolezze. Con lui sai sempre che fare col pallone. Come puoi far male. I meccanismi sono automatici, tutto grazie agli allenamenti».

Continui, prego…

«A Empoli gli dobbiamo tanto. E’ stato un percorso difficile e però entusiasmante. E’ arrivato che avevamo giocato una finale play out per non retrocedere in C. C’era scoramento. Ma ci ha portato in A e insieme ci siamo divertiti».

Come?

«Facendo sempre calcio, giocando palla a terra. Per attaccare. Propositivi, offensivi, consapevoli dei nostri limiti ma pure delle qualità. Non abbiamo mai avuto paura di nessuno».

Pure a Napoli.

Sì, anche al San Paolo. Per più di un tempo facemmo davvero una gran partita, come piace a Sarri».

Una fisarmonica…

«Movimenti armoniosi. Organizzazione, squadra corta, compatta, che si muove con un senso preciso. Equilibrio, difesa protetta, palla bassa e manovra che parte da dietro. Il segreto forse è questo: si attacca da dietro e si difende dalle punte».

Che lavoraccio, Maccarone e Tavano…

«Mica tanto. Davamo la sensazione di correre tantissimo, ma in realtà correvamo bene. In maniera giusta. Sincronizzati. E’ questione di tempi e spazio, di lavoro. Ma palla a noi, negli ultimi trenta metri Sarri vuole la qualità. Istinto e giocate».

E con Higuain ce n’è…

«Tanta roba. Pipita è uno dei primi cinque attaccanti al mondo. Ha mezzi enormi. Colpi da fuoriclasse».

Determinante sarà la convinzione…

«Ci penserà Sarri: è un gran motivatore. Sono certo che saprà coinvolgerlo nel progetto tattico. Troverà la formula giusta per Higuain e gli altri. Ne eslterà il talento. Che è pazzesco. Di tutti».

Higuain, Gabbiadini, Insigne e via così. E Saponara, forse.

«No, Riccardo no. Serve all’Empoli. Almeno lui, lasciatecelo. Pensavo d’essere stato chiaro…».

Valdifiori è però già del Napoli.

«Ed è un gran colpo. Merita questa occasione, pure perché non è più un ragazzino. Mirko è un altro allenatore in campo. Conosce metodi, idee e tempi di gioco. Tutto passerà per i suoi piedi. Non butta via una palla. Il Napoli ha fatto un affare».

E con Sarri?

«Pure. Che dubbio c’è…».

C’è chi ne ha: le pressioni che avvinghiano, i paragoni col passato…

«Il mister non è uno sprovveduto: sa cos’è che l’aspetta. A Empoli aveva il tempo e la possibilità di sbagliare, a Napoli non è così. Capirà in fretta l’ambiente e saprà adeguarsi. Ma sia chiaro, i risultati arrivano dal campo. E lui là da tutto. Il resto sono chiacchiere».

E allora tanto lavoro. In tuta.

«Quella sempre. Fa l’allenatore di mestiere eh...».

Certo. Specialità: palle inattive. Ma sono davvero trentatré gli schemi da piazzato?

No, non è vero. Fosse stato così sarebbe stato impossibile ricordarli tutti. Però confermo che ognuno è codificato con un nome di battesimo o un numero di riferimento».

Tanti, comunque. Provati e riprovati. Efficaci soprattutto. Imprevedibili, spesso.

«C’è una cura dei particolari impressionante. Ne ho avuti tanti di allenatori ossessionati dai calci da fermo. Lui e il suo staff però sono incredibili».

Tre anni insieme: restano i ricordi. Il più bello?

«Non saprei. Ne conservo così tanti che me li tengo tutti per me. L’intero ciclo. Sarri è una persona perbene e un ottimo allenatore. Uno di sostanza».

Più arrosto che fumo insomma…

«No no, anche fumo. Di sigarette…».

Fonte: Corriere dello Sport

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