Non sono giorni tranquilli per la Lazio Primavera, che nella settimana dell’esordio in campionato – domani alle 15 all’antistadio Renato Curi col Perugia – continua a ricevere attacchi.
Lunedì il clamoroso post su Instagram del difensore Cardelli, che annunciava l’addio al club biancoceleste – “dopo un crociato rotto non sei sicuro di avere le cure della società perché non hai il contratto, quando non puoi mangiare a Formello nei giorni di doppia seduta perché non hai il contratto, quando non puoi andare in palestra a migliorarti perché non hai il contratto, quando non ti pagano la visita medico agonistica perché non hai il contratto, e ovviamente gli stranieri hanno il contratto e guadagnano anche tanto…” – ora è l’ex compagno di squadra Collarino a rilanciare le accuse. “Cardelli è un bravissimo ragazzo, che arrivava per primo nello spogliatoio per fare esercizi supplementari – spiega a Laziopress.it – il pensiero da lui espresso è generale, ma la maggior parte dei ragazzi non ha il coraggio di farlo presente. Non dovrebbe esserci un trattamento diverso tra chi ha il contratto da professionista e chi no. Siamo tutti tesserati e la concessione di determinate facoltà fa parte della formazione dell’atleta”.
Lunedì il clamoroso post su Instagram del difensore Cardelli, che annunciava l’addio al club biancoceleste – “dopo un crociato rotto non sei sicuro di avere le cure della società perché non hai il contratto, quando non puoi mangiare a Formello nei giorni di doppia seduta perché non hai il contratto, quando non puoi andare in palestra a migliorarti perché non hai il contratto, quando non ti pagano la visita medico agonistica perché non hai il contratto, e ovviamente gli stranieri hanno il contratto e guadagnano anche tanto…” – ora è l’ex compagno di squadra Collarino a rilanciare le accuse. “Cardelli è un bravissimo ragazzo, che arrivava per primo nello spogliatoio per fare esercizi supplementari – spiega a Laziopress.it – il pensiero da lui espresso è generale, ma la maggior parte dei ragazzi non ha il coraggio di farlo presente. Non dovrebbe esserci un trattamento diverso tra chi ha il contratto da professionista e chi no. Siamo tutti tesserati e la concessione di determinate facoltà fa parte della formazione dell’atleta”.
ASPETTANDO GENNAIO — Edoardo Collarino giocava con Alessandro Rossi, erano la coppia gol che trascinava l’annata dei ’97, considerata un gradino sotto rispetto a quella – ben più ricca di talento – dei 1996, Palombi, Murgia, Guerrieri&co. Ora Rossi, che nel 2015 portò la Lazio in finale scudetto segnando nei supplementari a Inter e Roma – è stato confermato come fuoriquota con tanto di fascia di capitano, mentre Collarino – nato il 28 dicembre 1997: fosse nato quattro giorni dopo avrebbe avuto un anno di giovanili in più – è stato lasciato libero, dopo due stagioni rovinate da vari infortuni. “Ho fatto 7 anni in biancoceleste – continua – dai Giovanissimi Regionali al biennio in Primavera, che mi ero conquistato con la mia stagione migliore, quella con gli Allievi Nazionali, iniziata con Inzaghi e finita con Avincola (Alberto Bollini era salito in prima squadra come vice Reja dopo l’esonero di Petkovic, e l’attuale tecnico dei grandi lo aveva sostituito in Primavera, ndr). Il primo anno ho avuto qualche infortunio muscolare e avevo davanti a me giocatori fortissimi, il secondo ero in gran forma, potevo conquistarmi una maglia da titolare, mi sono infortunato al piede in amichevole contro gli Allievi a quattro giorni dall’inizio del campionato. Sono rientrato a novembre, ho giocato qualche partita segnando due gol ma il mio infortunio non è stato gestito benissimo dallo staff tecnico, mettiamola così. A dicembre ho subìto una ricaduta della frattura del quinto metatarso perché sono rientrato quando non ero ancora completamente guarito. Poi il lungo stop e la seconda operazione a marzo, con una riabilitazione conclusa solo qualche settimana fa. Ho ricevuto molte offerte dalla Lega Pro, che ho rifiutato per motivi personali. Adesso aspettiamo il mercato di gennaio, al momento mi prendo un po’ di tempo per me, poi deciderò eventualmente per una nuova squadra. Dopo un anno di infortunio e poche presenze magari sarei stato più contento se mi avessero proposto un anno da fuoriquota come è stato fatto per Rokavec ad esempio”. Mika Rokavec, 5 gennaio 1997, sloveno…
Fonte: gazzetta.it
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