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La Juve e la curva chiusa, la lettera del legale: “Cambiamo le regole. Disparità di trattamento tra Juventus e le altre società”

Luigi Chiappero, avvocato della Juventus, tramite una lettera ha spiegato la decisione del club bianconero di presentare ricorso contro la chiusura della Curva. La decisione era stata presa dal Giudice Sportivo a seguito della sfida contro il Napoli e dei cori razzisti contro Kalidou Koulibaly.

“Mentre scrivevo le poche righe a sostegno del ricorso Juventus contro la chiusura delle curve per la partita Juventus-Genova del 20 ottobre non riuscivo a non pensare alla contraddizione insita nell’atto che stavo redigendo: mi opponevo ad un’ingiustizia per (in fondo) dar voce ad un gesto solo da condannare – afferma il legale nel ricorso contro la chiusura della curva -. La contraddizione di questo ricorso è che non vi sarebbe ragione per difendere frasi e gesti che nessuno di noi vorrebbe vedere o sentire – spiega – ma la sanzione è pur sempre insopportabile a sua volta quando manifesta una disparità di trattamento tra Juventus e le altre società. Con un provvedimento che quasi modifica la norma del codice sportivo il giudice, che sempre ha riconosciuto la cosiddetta condizionale alla prima violazione sui cori razzisti è riuscito con una interpretazione creativa a non concederla. E così una ingiustizia processuale legittima una doglianza per un comportamento indifendibile”.

“E’ forse ora di cambiare passo. Non credo che la responsabilità oggettiva per le società per i cori razzisti e territoriali sia un buon metodo per punire ciò che davvero deve essere sanzionato. E’ ora di punire i singoli autori di comportamenti sbagliati. E’ ora di applicare la responsabilità individuale, almeno laddove la tecnologia lo consente, come nel caso dell’Allianz Stadium”.

“La colpa di qualcuno diventa la punizione per tutti e tra questi ci sono sicuramente degli ‘innocenti’ – prosegue il legale della Juventus -: i tanti che facendo parte di quel settore non hanno cantato, i molti che se non fosse per pochi non avrebbero cantato, la società che paga per tutti coloro che non avrebbero mai voluto sentire certi cori vergognosi, che nessun moderno tifoso vuole più sentire. Dunque l’avvocato che prepara il ricorso e che spera di far riaprire la curva per rimediare ad un errore del giudice sportivo non può che suggerire alla società di proseguire nell’uso delle moderne tecnologie, auspicando che anche la giustizia sportiva ne tenga conto. I moderni sistemi ci consentono di individuare chi mal si comporta all’interno dello stadio e grazie a questa possibilità si potrà individuare chi non e’ gradito nello stadio. E chi non e’ gradito non entrerà più perché non e’ Juventus. Che non è di nessuno, ma di tutti, anche di coloro che nel settore che e’ stato sanzionato risparmiano e si privano di altro per vedere la loro squadra. Ed hanno il sacrosanto diritto di vederla. Chi non ha colpa, non deve più pagare”.

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