VERSO LA GARA – Allo stadio “Giuseppe Meazza” di Milano, i padroni di casa dell’Inter affrontano il Napoli nell’ambito della ventottesima giornata del Campionato di Serie A. Dopo la pesante sconfitta casalinga rimediata contro la Roma, gli azzurri – che nel pomeriggio sono stati temporaneamente superati in classifica dalla Juventus – provano a rialzare la testa: per l’occasione, Sarri conferma i suoi ‘titolarissimi’, con Albiol e Koulibaly al centro della difesa e Hysaj e Mario Rui rispettivamente terzini di destra e sinistra; a centrocampo, il tecnico toscano schiera Jorginho in cabina di regia, con Allan e capitan Hamsik al suo fianco, mentre in attacco si affida al consolidato tridente offensivo composto da Callejon, Insigne e Mertens. Nell’Inter, Spalletti imposta un 4-2-3-1 con Skriniar e Miranda al centro della difesa, Cancelo e D’Ambrosio esterni bassi e la coppia Brozovic-Gagliardini in mediana (partono dalla panchina dunque Borja Valero e Vecino); sulla trequarti, l’ex tecnico giallorosso schiera dal 1’ Rafinha in posizione centrale, con Candreva e Perisic esterni alti a supporto dell’unica punta Icardi.
LE CHIAVI DEL MATCH – La gara tra Inter e Napoli si rivela intensa e dai ritmi alti fin dai primi minuti di gioco: entrambe le squadre infatti attuano un pressing asfissiante sul portatore palla avversario. Nell’Inter, in particolare, Rafinha occupa una posizione poco statica, indietreggiando spesso a centrocampo e andando sistematicamente in pressione su Jorginho in fase di non possesso. Il Napoli detiene il consueto possesso palla, provando a verticalizzare, ma in più occasioni sbaglia passaggi semplici e consente all’Inter di proiettarsi nella propria metà campo; i nerazzurri, d’altra parte, si dimostrano corti, compatti ed efficaci dal punto di vista difensivo, schierandosi in campo con un 4-5-1 in cui gli esterni alti aiutano molto i compagni in fase di copertura e concedendo poco spazio alle ripartenze degli uomini di Sarri. Ad inizio ripresa, Spalletti sposta Cancelo sulla fascia sinistra e D’Ambrosio su quella destra per provare a contenere maggiormente Insigne con l’ex terzino del Torino. Come nel primo tempo, risulta evidente lo strapotere fisico dell’Inter, che consente ai nerazzurri di arginare la manovra offensiva degli azzurri e di vincere spesso i duelli a centrocampo. Al 63’, Eder va a rilevare Rafinha nell’Inter, mentre Sarri sostituisce Hamsik con Zielinski. Col passare del tempo, la stanchezza si fa sentire e le due squadre si allungano, dando vita a continui ribaltamenti di campo e ad occasioni a dispetto della vacuità che ha caratterizzato la fase offensiva nel primo tempo. Al 78’ Spalletti manda in campo Borja Valero al posto di Candreva per fornire equilibrio alla propria squadra, che dopo l’entrata di Eder è parsa forse a trazione offensiva; successivamente, il tecnico nerazzurro spende l’ultimo cambio a sua disposizione, mandando in campo Karamoh al posto di Perisic, mentre Sarri inserisce Milik e Rog al posto di Mertens ed Allan. Il Napoli preme sull’acceleratore nel finale di gara per cercare un goal che potrebbe essere vitale nella lotta Scudetto, ma l’Inter si difende bene e con ordine – nonostante la fisiologica stanchezza –, impedendo agli azzurri di andare oltre il pareggio al Meazza.
A cura di Mariano Menna
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