Lorenzo Insigne, ex attaccante e capitano del Napoli, attualmente al Toronto, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport:
Lei ha segnato al Bernabeu, cosa ricorda di quel gol?
“Ricordo la giocata Jorginho-Hamsik: Marek ha trovato il corridoio e la mia prima idea era quella di provare a fare un pallonetto con Navas fuori dai pali. Alla fine, mi è uscito un tiro a giro basso che fortunatamente è andato dentro: un gol bellissimo”.
Però Napoli è Napoli. E ha sfruttato subito l’occasione per un salto a Castel Volturno.
“Lo faccio ogni anno, vado al centro sportivo a trovare i miei ex compagni, ci tengo molto. Resto il primo tifoso, poi quest’anno avevo un motivo in più visto che ho ritrovato mister Mazzarri, l’uomo che mi ha fatto esordire in Serie A. Mi ha fatto una buona impressione, volevo fargli un in bocca al lupo di persona. È una brava persona, si meritava questa seconda chance: sono sicuro che farà benissimo e riporterà il Napoli dove merita. Siamo stati insieme un anno e non mi ha mai chiamato per nome: per lui ero “il bimbino””.
Parliamo del Napoli: che idea si è fatto dell’inizio complicato?
“Se non vivi le dinamiche dello spogliatoio tutti i giorni è impossibile farti un’idea precisa. Non penso ci sia qualcosa di “grave”: ho visto la partita con l’Atalanta è a tratti il Napoli ha giocato benissimo. Quest’anno non è partito “alla grande”, però ha avuto anche sfortuna. Il Napoli ha giocatori di qualità, può tornare in alto in classifica. Non so se tra Garcia e il gruppo ci sia stato poco feeling, sono sicuro però che con Mazzarri si tornerà a competere per i primi posti”.
Quanto è migliorato Osimhen da quando lo ha conosciuto?
“Tantissimo, e dietro la sua crescita c’è il lavoro di Spalletti. Victor perdeva energie nervose in proteste, cadeva nella trappola della provocazione degli avversari. Se non sta tranquillo, non riesce a esprimersi al meglio. Lo scorso anno si vedeva che era più calmo e in controllo. E ha fatto la differenza. È migliorato anche tecnicamente: ha enormi qualità, con Spalletti è riuscito a metterle al servizio della squadra”.
Kvara ha sorpreso anche lei?
“Non lo conoscevo: è fortissimo. Via social gli ho fatto i complimenti: è davvero un campione”.
Con lo scudetto si è chiuso un cerchio, merito pure di Insigne?
“Non solo di Insigne, penso ai sacrifici fatti da tutti i giocatori che negli anni sono passati per Napoli e hanno contribuito a costruire qualcosa di speciale. E finalmente è arrivata la vittoria da dedicare ai tifosi, che ogni anno soffrono accanto alla squadra: si meritavano una gioia così grande. Vincere da capitano era il mio sogno, ci siamo andati vicino diverse volte ma senza fare l’impresa. Per un periodo giocavamo il miglior calcio d’Europa (epoca Sarri, ndr ): purtroppo, se non vinci, nessuno si ricorda di te. Ma con la vittoria della passata stagione, da tifoso, sono stato super felice: giocatori e staff tecnico hanno fatto un lavoro straordinario”.
Campionato ancora aperto?
“Ma sì, ho visto Juve-Inter e il Napoli non è inferiore. Se torna quello dello scorso anno, può ancora lottare per lo scudetto”.
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