C’è anche Alessandro Caravita, il figlio diciannovenne di Franco, lo storico fondatore e capo dei Boys dell’Inter, tra i nuovi indagati nell’indagine della Procura di Milano sulla morte di Daniele Belardinelli, l’ultrà del Varese, squadra gemellata con l’Inter, travolto da una o più auto durante gli scontri dello scorso 26 dicembre, prima della partita tra la squadra nerazzurra e il Napoli.
Caravita jr, sentito nei giorni scorsi come testimone, è andato nel pomeriggio con uno dei suoi avvocati in questura per la consegna dell’avviso di conferimento dell’incarico ai consulenti della Procura in vista dell’autopsia e per accertamenti irripetibili sugli abiti della vittima e sulle auto o già sequestrate o in via di sequestro. Il giovane, a differenza del padre, che ha vecchi precedenti specifici, è incensurato e da quanto è stato riferito ha pure ricevuto una informazione di garanzia per rissa aggravata e omicidio volontario. Reati questi contestati a tutti gli indagati che a partire da stamane hanno ricevuto tramite i loro legali, o personalmente, l’atto con cui il pomeriggio del 15 gennaio sono stati invitatI al quarto piano del Palazzo di Giustizia per la nomina formale dei medici legali e altri esperti scelti dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri . A sua volta anche loro potranno indicare loro consulenti. Sempre quel giorno verrà fissata la data per procedere con l’esame autoptico sul corpo di Belardinelli. Mentre le indagini, che pare siano vicine a una svolta, stanno stringendo il cerchio su due delle quattro macchine finite nel mirino della Digos e che hanno fatto parte della carovana azzurra che era in via Novara quando sono scoppiati gli scontri – una Volvo già stata sequestrata, e altre tre, tra cui un mini van, alle quali a ore verranno messi i sigilli – il numero degli ultrà finiti sotto inchiesta è salito: anche se inquirenti e investigatori hanno le bocche cucite, sarebbero una trentina e si prevede aumenteranno nei prossimi giorni.
Tra questi ci sono i nomi, oltre che dei quattro arrestati (uno è stato scarcerato), anche di Nino Ciccarelli, capo dei Viking della curva nerazzurra e con precedenti per reati comuni, i quattro tifosi che hanno accompagnato Belardinelli in ospedale, e tra i 15 giovani napoletani, anche i quattro accoltellati, tra i quali uno in modo grave all’addome. Infine alcuni che sentiti come testimoni in questi giorni sono poi stati iscritti nel registro degli indagati. Come è accaduto a Caravita jr che sarebbe rimasto a bocca aperta in quanto, come è stato riferito, è convinto di essere innocente.
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