Non è sua abitudine quello di alternare il portiere. E non è sua abitudine lasciare dubbi al numero uno. Al Bayern, per esempio, solo tredici volte ha messo a riposo Neuer per far giocare la sua ombra, Ulreich. Neuer, per intenderci, lasciò a Reina nell’anno bavarese, appena 3 presenze. A Madrid pure: alternanza, certo, ma con paletti ben definiti fin dall’inizio: Casillas giocava la Champions e Diego Lopez il campionato. Qui al Napoli non è così: e quando tornerà Meret, ci sarà un autentica situazione inedita nella storia del calcio, ovvero tre portieri a contendersi la maglia. Anche al Psg gli equilibri erano ben definiti: Sirigu 64 presenze e la sua alternativa Douchez con 12 presenze in tutto. Giusto per capire. A Londra stessa cosa: Cech l’intoccabile e Hilario ogni tanto in campo come contentino. Ecco, così come al Napoli non gli è mai capitato. Perché Carlo non ha definito pubblicamente le gerarchie.
Ovvio che per Napoli-Chievo del 25 novembre c’è già il nome del titolare: Meret. Il suo recupero lento è ormai alle battute finali. «Non ha senso farlo rientrare prima della sosta», ha detto durante il forum nella redazione del Mattino. È corretto pensare che siano tutti uguali? La prima società ad alto livello a praticare la staffetta dei portieri – in Italia, almeno – fu il Milan di Silvio Berlusconi e Arrigo Sacchi. Giovanni Galli e Andrea Pazzagli si trovarono, per scelta, l’uno davanti all’altro. Con Meret saranno in tre. E a certi livelli, è davvero una novità. Per stupire tutti.
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