Giocare di martedì sera non è certo la stessa cosa che giocare di sabato. E poco importa se in casa Milan la Coppa Italia per importanza è considerata al pari del campionato: la cornice di pubblico cambia eccome. Dai 60mila dello 0-0 di sabato ai quasi 25mila di ieri c’è una bella differenza. Anche perché la prima cosa che manca rispetto a 4 giorni fa è l’onda azzurra. Eppure i cori «Napoli colera, sei la vergogna dell’Italia Intera» e «Odio Napoli» non mancano mai e caratterizzano l’ingresso in campo delle due squadre, proprio come accaduto in campionato. Il tutto sotto gli occhi del ct Roberto Mancini che è venuto seguire dal vivo Alex Sabato erano quasi 6mila i supporters del Napoli arrivati al Meazza un po’ da tutta Italia perché l’appuntamento era davvero imperdibile. Si erano mossi con aerei, treni e tante auto. Un vero e proprio esodo, agevolato anche dall’apertura di tutti i settori dello stadio voluta da parte del Ministro degli Interni Matteo Salvini. Tutt’altra cosa rispetto a quanto accaduto ieri, quando pure di tifosi azzurri ce ne erano eccome, ma in numero decisamente più ridotto. Questo perché i napoletani sono così, la passione e la fede per la loro squadra non la tradiscono mai, ma raggiungere Milano durante la settimana non è altrettanto facile rispetto al weekend. Si fanno sentire dal loro settore – sono quasi 300 – e gli striscioni della curva A troneggiano fieri dal terzo anello del Meazza (unico spicchio aperto di quel settore).
Sulla scorta dei fatti dello scorso 26 dicembre e degli incidenti che hanno portato alla morte di Daniele Belardinelli, ultras del Varese vittima degli scontri tra napoletani e interisti prima della gara di campionato di San Siro, le misure di sicurezza sono state ugualmente elevate al massimo livello. Posti di blocco, controlli serrati fin dai caselli autostradali. Poi la cintura di sicurezza messa a punto nei pressi del Meazza, per evitare il crearsi di quelle così dette zone franche solitamente terra di conquista e di devastazione da parte delle tifoserie organizzate.
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