Prelevato la scorsa estate dalla Dinamo Zagabria per poco più di due milioni di euro, Amir Rrahmani ha conquistato tutti in breve tempo a Verona, guadagnandosi la chiamata del Napoli e un ricco contratto a partire dalla prossima stagione. Il difensore kosovaro ha parlato ai canali ufficiali dell’Hellas in una diretta Instagram, facendo anche una rivelazione: “Abbiamo fatto oggi i tamponi: ho rivisto anche Pessina, mi era mancato molto”.
Sembra che si stia ripartendo: si possono fare allenamenti individuali.
“Da ieri abbiamo ricominciato un po’ a vivere la nostra vita, com’era prima”.
Ti stai allenando in questi giorni?
“Ci sto provando, sappiamo tutti che è diverso rispetto ad allenarsi con la squadra. È più difficile, mancano le motivazioni”.
Hai imparato l’italiano molto rapidamente.
“Parlo anche albanese, croato e inglese. Le parlo tutte meglio dell’italiano”.
In ritiro ti conoscevano in pochi, adesso sei apprezzato da tutti.
“Era una nuova esperienza, e penso di essermela cavata bene. Ho dato il massimo, penso sia questo il mio segreto”.
La Serie A te l’aspettavi così?
“La guardavo da piccolo. Quando sei più giovane ti sembra difficilissima, ma quando ti senti pronto non è così complicato”.
Che differenza c’è tra la tifoseria della Dinamo Zagabria e quella del Verona?
“I tifosi dell’Hellas hanno sperimentato la Serie B, mentre la Dinamo vince spesso il campionato. Ma entrambe le tifoserie sono molto calde. Quando giocammo in Europa League lo stadio era stracolmo, così come in Champions. A Zagabria è così”.
Dopo la firma con il Napoli il tuo rendimento non è cambiato.
“Quando il Napoli ha manifestato il suo interesse ho parlato con il mister e D’Amico, che mi hanno chiesto di restare concentrato sulla squadra. Io ho dato garanzie, voglio sempre dare il massimo”.
Elenca tre caratteristiche dell’Hellas di quest’anno.
“Al primo posto metto il gruppo: non pensiamo agli interessi personali, ma al collettivo. Poi il lavoro: abbiamo sempre fatto allenamenti duri, in ritiro e durante la settimana. E infine l’unione con i tifosi, anche quando perdiamo ci fanno sentire il loro appoggio”.
La migliore partita di quest’anno?
“Direi quella con la Juve e il secondo tempo contro il Torino”.
E la tua partita migliore?
“Non saprei rispondere, sinceramente. Quella con l’Udinese in casa, forse. O le sfide contro Genoa e Sassuolo”.
Che obiettivi ti poni con la maglia dell’Hellas?
“Se giochiamo (ride, ndr). Fare punti, provare ad andare in Europa. Ma la cosa più importante è dare il massimo”.
La tua migliore qualità e il tuo peggior difetto?
“I duelli aerei sono un punto di forza, faccio fatica a pensare ad un difetto. Forse devo migliorare un po’ la mia esplosività”.
I tre difensori più forti della Serie A, secondo te?
“Kumbulla, Gunter e Bocchetti (ride, ndr)”.
Da bambino avevi un idolo?
“Sono tifoso dell’Arsenal, Thomas Vermaelen era il mio preferito. Era un giocatore speciale: pensavo potesse fare qualcosa in più, ma ha avuto molta sfortuna. Dopo il passaggio al Barcellona si è un po’ fermato, ma mi è sempre piaciuto. Aveva capacità da leader che non tutti hanno”.
E i tre attaccanti più forti in Serie A?
“Ronaldo, Gervinho e Boga. Non saranno i più forti, ma sono quelli che mi hanno messo più in difficoltà: veloci e troppo forti tecnicamente. Di Boga ho visto anche qualche partita al Chelsea, è veramente difficile da marcare”.
Cosa ti resterà di questa stagione con l’Hellas?
“Mi rimarrà il fatto che siamo partiti senza che nessuno credesse in noi, per questo sono felice di aver fatto una stagione così. Non credevamo nemmeno noi potessimo fare così bene”.
Hai percepito l’affetto della gente?
“Su di me ho sentito solo belle parole: dicono che sono forte, poi hanno iniziato a chiamarmi ‘muro'”.
Perché hai scelto la maglia numero tredici?
“Negli ultimi cinque anni ho sempre indossato quel numero, anche in nazionale. Qualcuno crede che porti sfortuna, io voglio dimostrare il contrario”.
Perché hai scelto Verona, anziché giocare la Champions con la Dinamo?
“Avrei giocato in Champions, ma il campionato croato è di livello inferiore rispetto alla Serie A. Poi non avrei potuto firmare con una squadra con il Napoli: fossi rimasto in Croazia sarebbe stato tutto più difficile”.
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