Sono ore decisive per il prossimo dpcm: il governo è al lavoro per elaborare misure ancora più restrittive dopo che anche oggi si sono registrati quasi 20mila casi di Coronavirus in 24 ore e 151 morti. In tarda mattinata il premier ha visto i capidelegazione e nel pomeriggio c’è stato un confronto con il Cts e le Regioni, mentre alle 17 è iniziata una conference call tra Giuseppe Conte, i capigruppo della maggioranza e dell’opposizione: al centro della discussione proprio i contenuti del nuovo provvedimento che potrebbe essere approvato entro il weekend. Nell’ultima bozza di decreto, secondo quanto riferito dalle indiscrezioni, si interviene per limitare spostamenti e frequentazioni dei servizi di ristorazione: le nuove misure entreranno in vigore dal 25 ottobre, ovvero da domani, ma non è individuato il lasso di tempo per il quale le misure saranno valide. Nella bozza, infatti, è indicato il mese di “novembre” ma non è segnato il giorno. Il possibile stop a ristoranti e bar dopo le 18 decorrerà, invece, da lunedì 26 ottobre. Il testo però non è definitivo e potrebbero ancora esserci modifiche sostanziali. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come raccontato da il Fatto Quotidiano, nelle ultime ore non ha esitato a dirsi “molto preoccupato” dopo le consultazioni con i membri del Comitato tecnico scientifico: da una parte insiste nel predicare prudenza per evitare a tutti i costi un lockdown nazionale, dall’altra concorda sulla necessità di arrivare a norme più severe. Oggi, in un videomessaggio inviato all’assemblea della Cna, ha detto: “Se non proteggiamo la salute, non proteggiamo l’economia. Le prossime settimane saranno complesse”.
Le novità per i servizi di ristorazione – L’esecutivo è intenzionato a chiudere i servizi di ristorazione la domenica e i giorni festivi e, durante la settimana, a partire dalle 18. Resterebbe invece consentita senza limiti di orario la ristorazione negli alberghi e in altre strutture ricettive “limitatamente ai propri clienti”. Tra le novità previste ci sarebbe anche il limite di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. La stretta è prevista “a decorrere dal 26 ottobre 2020” e le attività dei servizi di ristorazione sono: bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. “Dopo le 18”, si legge nella bozza, “è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico”. Resta invece, “sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 24,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”. Infine, “continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, nei limiti e alle condizioni di cui al periodo precedente”, conclude.
Spostamenti – Nella bozza inoltre non si prevede più un divieto di spostamento, come fu per il lockdown in primavera, ma “è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.
Primo ciclo della scuola in presenza, dad al 75 per cento alle superiori – Il nuovo dpcm affronta naturalmente anche la gestione della didattica nelle scuole: si prova a tutelare il regolare ingresso negli istituti per i più piccoli, mentre le scuole superiori dovranno tornare il più possibile a una didattica a distanza. “L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione – materna, elementari e medie – e per i servizi educativi per l’infanzia continuerà a svolgersi in presenza“. Mentre, “le scuole superiori adotteranno una Dad pari al 75% delle attività e dunque un 25% in presenza su tutto il territorio nazionale, uniformando le ordinanze regionali”.
Piscine, palestre e centri termali – Tra gli interventi previsti sulle attività non essenziali ci sono sicuramente le chiusure di piscine, palestre e centri termali. Il protocollo, aggiornato con misure ancora più stringenti solo una settimana fa, non è ritenuto sufficiente. La bozza prevede che siano “sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi; ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana (FMSI), fatti salvi gli ulteriori indirizzi operativi emanati dalle Regioni e dalle Province autonome, ai sensi dell’art. 1, comma 14, del decreto-legge n. 33 del 2020″.
Dalle sale giochi a cinema e teatri – Sono anche “sospese le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò. Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto”.
Si possono chiudere piazze e strade dopo le 21 – “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.
Ingressi flessibili nelle pubbliche amministrazioni – “Le pubbliche amministrazione dispongono una differenziazione dell’orario di ingresso del personale, fatto salvo il personale sanitario e socio sanitario, nonché quello impegnato in attività connessa all’emergenza o in servizi pubblici essenziali. È raccomandata la differenziazione dell’orario di ingresso del personale anche da parte dei datori di lavoro privati”.
Stop a parchi divertimenti – “Sono sospese le attività dei parchi tematici e di divertimento; è consentito l’accesso di bambini e ragazzi a luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative, anche non formali, al chiuso o all’aria aperta, con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del Dipartimento per le politiche della famiglia”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
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