Gol e che gol: approfittando di Ranocchia, certo, e però anche del proprio talento che diviene magìa, d’una furbizia che sa tanto di scugnizzo e che racchiude Gonzalo Higuain. Gol e che gol faceva Bruno Giordano, un romano di Rio, perché pure quella era classe allo stato puro, la Grande Bellezza dei fantastici anni ‘80 del Napoli, che osserva, apprezza, applaude, il «nipotino» di Diego Armando Maradona.
Giordano, lo racconti lei Higuain.
«C’è poco da stupirsi: siamo al cospetto di un fenomeno, un centravanti che fa della sua anarmolità una regolare normalità. Si chiamano fuoriclasse questi qua».
Ranocchia gli dà una mano.
«Ed è indiscutibilmente vero, ma al resto provvede Higuain: un controllo secco, lo stop per convergere, poi la battuta di collo-interno. Un altro, al suo posto, avrebbe tirato addosso a Carrizo. Lui l’ha messa nell’angolo lontano».
Cos’è el pipita?
«Il bomber che fa la differenza e sono solo attraverso il gol, l’uomo-squadra, un attaccante che ha la capacità di trascinare, di essere leader tecnico. Non si sta al Real Madrid, segnando poi così tanto, se non si è al di sopra della media».
Lei dove lo colloca, nella sua personalissima classifica.
«Alle spalle di Messi e di Ronaldo, che appartengono ad altra specie, e forse di Neymar, che sta diventando enorme. Ma Higuain è uno degli autentici numeri nove che ti cambiano l’esistenza. Ognuno ha il proprio gusto e magari c’è chi preferisce Suarez o Rooney. Io sto con Higuain».
Che è arrivato a diciotto reti…
«Ha margini impressionanti: manca ancora tutto un girone di ritorno, ha l’Europa League e le semifinali di coppa Italia con la Lazio; ha una voracità che infiamma la gente e che finisce per diventare un energetico per i propri compagni. Lui è scatenato ma è anche scatenante».
E’ quantificabile ciò che porta in dote un uomo di questo spessore?
«Penso di no, perché i gol sono visibili, ma ci sono altre giocate che incidono nel corso di una partita, dunque di una stagione. A Verona, domenica, si è inventato un pallone nello spazio che rappresenta una giocata da rifinitore di gran classe. E’ servito per spaccare la partita. Per me è straordinario».
Gli trovi un difetto, senno siamo all’elogio incondizionato….
«Non ci riesco. Gioca per sé, gioca per la squadra, gioca per il pubblico: è stato nel Real Madrid, è il centravanti della Nazionale argentina e del Napoli. Mica è necessario dovergli andare a scovare un neo! Gli amanti del calcio se lo possono godere, tutti, un Higuain del genere».
Fonte: Corriere dello Sport
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