VERSO LA GARA – Al Luigi Ferraris, il Napoli di Sarri affronta i padroni di casa del Genoa nell’ambito del turno infrasettimanale della decima giornata di Serie A: dopo il pareggio a reti inviolate di sabato sera con l’Inter, il tecnico dei partenopei attua un leggero turnover, schierando al centro della difesa Chiriches e concedendo dunque un turno di riposo ad Albiol; a centrocampo, inoltre, Sarri schiera dal 1’ Diawara in cabina di regia e Zielinski insieme a capitan Hamsik, confermando del tutto il tridente offensivo che vede Insigne e Callejon a supporto di Mertens. Per quanto riguarda il Genoa, Juric imposta il suo tipico 3-4-3, schierando in difesa il partenopeo Izzo, Rossettini e Zukanovic, Bertolacci e Veloso interni di centrocampo e Lazovic e Laxalt sulle corsie laterali; in attacco, il tecnico croato lancia dal 1’ al centro del tridente offensivo Galabinov, che verrà supportato da Taarabt e Rigoni.
LE CHIAVI DEL MATCH – Juric prova a contenere il Napoli sfruttando la marcatura ad uomo: in fase di non possesso, Izzo controlla Insigne e Rigoni viene posto dal tecnico del Genoa in marcatura su Diawara per bloccare la manovra azzurra – anche se il regista azzurro riesce in più occasioni a servire i proprio compagni, trovando anche lo splendido assist per l’1-2 di Mertens. Inoltre, Juric richiede a Laxalt e Lazovic di limitare rispettivamente Callejon e Ghoulam, restando in posizione arretrata. Soprattutto ad inizio gara, il pressing alto del Genoa sorprende un po’ il Napoli, che va in affanno e non riesce a ragionare. I padroni di casa si portano in vantaggio già al 4’ con Taarabt, che viene servito sulla corsa da Galabinov e da posizione defilata deposita il pallone in rete con una tiro a incrociare sul palo opposto. In questa occasione, è Hysaj a tenere in gioco il calciatore del Genoa. Per sfuggire alla marcatura ad uomo del Genoa, Sarri chiede ad Insigne di giocare particolarmente largo per mettere in difficoltà Izzo, che è così costretto a lasciare la propria posizione. D’altra parte, col passare dei minuti, la difesa rossoblu dimostra di non essere impeccabile, concedendo spazio al Napoli sulle ripartenze. Al 14’ Mertens mette a segno il goal dell’1-1 con una splendida punizione dal limite dell’area che va ad insaccarsi in rete. Da questo momento il poi, il Napoli inizia a carburare e cresce in maniera esponenziale, trovando anche il goal del sorpasso al 30’ ancora con Mertens – dunque autore di una doppietta –, che su lancio lungo di Diawara stoppa in maniera straordinaria il pallone e batte Perin con una conclusione mancina che finisce sotto la traversa. Ad inizio ripresa, il Napoli rallenta i ritmi con la circolazione di palla prolungata, forte del vantaggio e della modesta reazione del Genoa. Al 60’, Mertens viene servito da Insigne e dal limite dell’area calcia verso la porta, forse per servire Callejon: la sfera in ogni caso viene intercettata da Zukanovic, che deposita il pallone nella propria porta. Dopo il goal dell’1-3, Juric sostituisce Galabinov con Lapadula e Veloso con Omeonga, mentre Sarri sostituisce al 70’ Callejon con Rog, che va a posizionarsi a destra nel tridente offensivo e che successivamente lascia posto a Zielinski in quel ruolo. Al 76’, Izzo accorcia le distanze per il Genoa, siglando il goal del 2-3: il difensore cresciuto proprio nelle giovanili del Napoli, viene servito in area da Rigori e appoggia il pallone in rete con la testa a porta vuota, dopo che Reina aveva tentato l’intervento in tuffo sul cross di Rigoni. Con l’entrata in campo di Allan all’81, che va a rilevare Hamsik, Zielinski viene arretrato a centrocampo da Sarri, andando così a prendere il posto di Hamsik, mentre Rog viene schierato nuovamente sull’out di destra; Juric prova il tutto per tutto, mandando in campo Pandev al posto di Bertolacci. Per l’ultimo cambio a sua disposizione, Sarri richiama in panchina Insigne e schiera al suo posto Giaccherini: negli ultimi minuti di gara, il Napoli gioca con un 4-5-1 in fase di non possesso, visto che Ghoulam e Hysaj non salgono più e che Giaccherini e Rog si allineano con i centrocampisti, lasciando soltanto Mertens in attacco fino al triplice fischio finale.
A cura di Mariano Menna
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