Che tra Gabbiadini e il Napoli il feeling non sia mai scoppiato è cosa nota. La sua cessione al Southampton è la naturale conclusione di un rapporto fatto di alti e bassi, purtroppo più bassi che alti. Forse uno dei più grandi what if della storia moderna del Napoli. Se solo Manolo, talento purissimo ed indiscutibile, si fosse integrato nell’ambiente Napoli. Forse ora staremmo a raccontare tutt’altra storia. Ma di preciso quando il rapporto tra Gabbiadini e il Napoli è diventato “da buttare”?
Al suo arrivo a Napoli sulla panchina azzurra siedeva Rafa Benitez. Gabbiadini non giocava sempre, spesso partiva dalla panchina, ma con il tecnico spagnolo era comunque riuscito a mettere a segno 8 gol in mezza stagione, giocando come esterno o trequartista nel 4-2-3-1 di Rafa. Nel turnover “scientifico” di Benitez Gabbiadini era riuscito a ritagliarsi la sua dimensione, quasi una sorta di 12° di lusso, pronto a subentrare ai titolari o ad essere la prima scelta durante i frequentissimi cambiamenti dell’undici di partenza del tecnico spagnolo.
Con Sarri la musica cambia. E lo si capisce un giorno precisamente. Si gioca Nizza-Napoli, amichevole precampionato e Gabbiadini è dato come titolare al centro dell’attacco azzurro. Sarri cambia idea a poche ore dal match, con Gabbiadini che entrerà solo durante l’intervallo, giocando comunque un buon match. Il Napoli perderà 3-2 quella partita, inutili le reti di Callejon e Mertens, ma a tenere banco saranno le parole del procuratore di Gabbiadini. Il giorno dopo l’agente Silvio Pagliari rilascia infatti una dichiarazione a Radio Crc che, col senno di poi, può essere definita quasi “profetica”:
“Nelle ultime amichevoli ho visto una rotazione anche in attacco e questo un po’ mi preoccupa perchè non vorrei che quello che si siede è poi il ragazzo più rispettoso del ruolo che ha, e non vorrei che quando si fa una scelta è sempre lui a sedersi in panchina. Se così stanno le cose è meglio dirlo subito, visto che il mercato è lungo, possiamo anche togliere il disturbo”
Quella panchina contro il Nizza, in quell’amichevole di mezza estate, che lì per lì sembrava non significare nulla, sarà invece l’inizio del rapporto complicato che legherà Gabbiadini e Sarri. Un primo anno passato all’ombra di Higuain. Come fai a togliere uno che segna 36 gol in stagione? Ma è nel secondo anno, quello attuale, che l’addio si consuma. Doveva essere l’anno di Gabbiadini e invece Manolo prima viene scavalcato da Milik, poi, quando il polacco si infortuna, spreca diverse occasioni, e alla fine gli viene preferito un adattato Mertens. Chi sa se in questi giorni lui e Pagliari avranno pensato a quelle dichiarazioni dopo l’amichevole col Nizza.
E c’è anche una curiosità: l’allenatore di quel Nizza era Claude Puel. Un passato anche a Lione e Monaco e un presente che, indovinate un po’, si chiama Premier League con il Southampton. La squadra in cui si trasferirà Gabbiadini. Lui, ignaro, quel giorno col suo Nizza fu comprimario di quello sfogo. Vide un giocatore talentuoso subentrare, giocare una buona partita, ignaro del fatto che il giorno dopo quel ragazzo e il suo procuratore avrebbero iniziato un rapporto difficile col Napoli e con Sarri e che da lì nacque quella catena di eventi che, un anno e mezzo dopo, li avrebbe portati, guarda caso, proprio alla corte di quel tecnico che allora allenava il Nizza ed oggi è pronto ad accogliere Gabbiadini al Southampton.
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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