Silvio Pagliari, agente di Manolo Gabbiadini, è intervenuto nel corso di Marte Sport Live. Ecco quanto dichiarato
: “E’ stata una grande soddisfazione aver concluso quest’operazione di mercato a titolo definitivo, altre squadre offrivano soluzioni con prestito e diritto di riscatto, in qualche caso anche obbligatorio. Questa formula non piaceva né a noi né alla società. Il presidente è stato l’ultimo a mollare, fino alle firme non ci credevo nemmeno. Dopo il pareggio interno con il Palermo, ho parlato mezz’ora con il presidente per convincerlo a cedere. Ho lavorato giorno e notte con Giuntoli e Chiavelli. De Laurentiis è stato di parola con il ragazzo, per il suo bene è stato disposto a sacrificarsi. Sapevamo che restare a Napoli con l’arrivo di Pavoletti sarebbe stato un male sia per il calciatore sia per il club. I primi 6 mesi sono stati fantastici, Manolo ha giocato in un modulo che ha esaltato le sue caratteristiche. Nell’ultimo periodo non è stato aiutato dal modulo, poi ha anche incrociato l’attaccante più forte del mondo. Quando ha giocato la sua media gol è stata sicuramente eccezionale, ma non come nel primo periodo. Ritengo Sarri un grandissimo allenatore, quando vedo il Napoli mi diverto ancora e se in futuro dovesse capitare l’occasione di portargli un nuovo calciatore sicuramente sarà così, sicuramente con Manolo non è scoppiata la scintilla. La sua storia a Napoli doveva però finire anche perché stiamo parlando di un ragazzo di 25 anni. Il mister non lo vedeva in altri ruoli e sotto quest’aspetto Manolo ha sofferto. Anche lo scorso anno è stato utilizzato con il contagocce, che non fosse scoppiata la scintilla con l’allenatore io lo avevo già capito. Il Southampton gioca con il 4-2-3-1 e potrà fare tutti i ruoli alle spalle della prima punta, una posizione in cui Sarri non l’hai mai visto. Mercoledì scorso sono stato a Londra ed ho avuto modo di capire la volontà del Southampton di acquistarlo. Ci sono state più offerte da squadre italiane, ma prima di Natale, tra me, De Laurentiis e Chiavelli ci fu una sorta di patto. Mi fu detto di non cederlo in Italia”.
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