Basta poco per cambiare una vita, forse una telefonata. E’ andata proprio così per Michele Emmausso: era in ospedale da sua mamma, squilla il cellulare. E’ il suo agente Vincenzo Pisacane che gli racconta un’opportunità, un sogno che diventa realtà: “Andiamo in Serie A, ti vuole il Genoa”. Michele non crede a ciò che sta succedendo, è travolto da sensazioni di gioia. Dall’Eccellenza alla Serie A, dalla Boys Caivanese al Genoa, dalle emozioni del “Papa” di Cardito all’atmosfera del Ferraris in un Genoa che, dopo le storie di Izzo e Mandragora, parla sempre più napoletano. Ma chi è Michele Emmausso? Attaccante classe ’97, rapidità e qualità tecniche formate tra le strade di Scampia, tante le difficoltà da dribblare. Così come si fa con il pallone, testa alta e si va avanti con il talento, l’arma migliore per sfuggire alle tentazioni. Michele punta tutto sul pallone, a cinque anni s’iscrive alla scuola calcio Sporting Neapolis, realtà in cui milita fino a quando per motivi di famiglia deve cambiare casa e quartiere. Da Scampia ad Agnano, dalla Sporting Neapolis al Pigna Calcio, dove conosce anche Daniele Verde, talento classe ’96 di proprietà della Roma ed in prestito al Pescara. Le difficoltà della vita come avversario, il calcio come speranza e passione mai abbandonata. La partita di Michele Emmausso si gioca su questo binario: a causa di problemi familiari lascia la scuola, smette di giocare per un anno. Il richiamo del pallone, però, è troppo forte: del resto basta poco per giocare, uno spazio “rubato” per strada, gli amici e una “porta improvvisata” dove far gol. Per Michele conta quello: dribblare, segnare o mandare in porta il compagno perchè sono tanti anche gli assist sfornati. E’ tutto ciò che lo rende felice, anche davanti ad un supermercato, dove lo scopre Paolo Anastasio, un’icona del calcio in Campania. In questo mondo ha fatto tutto: prima l’ala destra con la maglia dell’Empoli, del Siracusa e di tante altre squadre, poi l’allenatore, il dirigente, il talent-scout, una lunga esperienza trascorsa sui campi sotto molteplici vesti. Paolo nota le qualità di Michele e decide di puntarci, lo porta alla Turris in cui gioca due stagioni: prima la categoria Allievi, poi la Juniores. Al primo anno Michele gioca da seconda punta o da trequartista e fa la differenza, segna quattordici gol e inizia a mettersi in mostra. Dopo l’esperienza alla Turris, Paolo Anastasio propone Emmausso alla Boys Caivanese. Il direttore sportivo Enzo Cogliandro prende subito in considerazione l’idea e lo aggrega alla squadra che vince il campionato di Promozione. “Vista la giovane età, giocava poco ma ha dato comunque un grande contributo. Notavo in lui delle qualità importanti ma sinceramente non credevo potesse arrivare addirittura a questi livelli. E’ tutta farina del suo sacco, ha messo in mostra una spiccata professionalità, non ha mai saltato un allenamento. Nella stagione appena terminata è esploso il suo valore, siamo arrivati secondi dietro la corazzata Herculaneum anche perchè lui ci ha trascinato con i suoi gol”, si esprime così il direttore Cogliandro orgoglioso e felice per la favola di Michele Emmausso. L’ha aiutato a tirare fuori il suo talento l’allenatore Ciro Amorosetti. “Quando sono arrivato alla Boys Caivanese, Michele stentava a causa del cambio di modulo. Giocavamo con il 4-4-2, poi è riuscito a calarsi benissimo in un gruppo composto anche da giocatori esperti ed ha individuato il percorso giusto per crescere. Glielo dicevo sempre: se cresci come persona, lo fai anche come calciatore”. Quella di Michele Emmausso è la “favola del dribbling”, nel calcio come nella vita. Il pallone e il talento per sfuggire alle tentazioni e agli ostacoli, il calcio è la speranza per realizzare la svolta che arriva in un torrido giorno di giugno. “Prepara le valigie, si va a Genova”, l’annuncio degli agenti Pisacane e Matrecano. Il sogno coltivato a lungo tra la strada e i campi di periferia sta diventando realtà, Michele si è fatto trovare pronto, è salito sul treno e non vuole più fermarsi…
Fonte: Ciro Troise per Gianlucadimarzio.com
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