Nel mondo della curva del Verona, storicamente uno dei principali punti di riferimento dell’infiltrazione dell’estrema destra nelle tifoserie organizzate, la chiamano goliardia. Una parola inaccettabile per definire la violenza verbale che ieri sera ha raggiunto picchi veramente disgustosi. Sui social è circolato uno striscione con le coordinate di Napoli e la bandiera della Russia e dell’Ucraina. Nello stile della curva del Verona non è la prima volta che si giochi con il “non detto” per mandare messaggi macabri a tifoserie rivali. L’interpretazione che sembra abbastanza leggibile è suggerire un bombardamento sulla città di Napoli, un’idea macabra che forse scrive una delle brutte più pagine di una storica rivalità.
Gli altri striscioni
La violenza verbale non è una novità nella storia della tifoseria veronese, basta ricordare che nel 1996 durante un derby contro il Chievo Verona fu esposto un fantoccio nero con il cappio intorno al collo. Lo fecero dondolare, e intanto battevano le mani al ritmo di una marcia militare. Sotto al fantoccio apparve uno striscione. Era in dialetto veneto e diceva: «El negro i ve là regalà. Dasighe el stadio da netar!». «Il nero ve lo hanno regalato, dategli lo stadio da pulire». Ne apparve un altro, in inglese, per rendere ancora più chiaro il messaggio: «Negro go away». Dietro al fantoccio e alle spalle degli striscioni c’erano ragazzi incappucciati in bianco, in stile Ku Klux Klan. Il destinatario della violenza verbale era Maickel Ferrier, difensore che il Verona stava prendendo dal Volendam ma poi, dopo questa macabra vicenda, la trattativa saltò. Conosciamo lo scempio dei cori di stampo razzista sul Vesuvio e sui napoletani mentre entrò nella storia l’ironia napoletana degli anni ’80 con la frase “Giulietta è una z…” che campeggiò in Curva B in una sfida tra le due squadre. A maggio, alla vigilia del pareggio del Verona al Maradona che è costato la qualificazione alla Champions League, dalle parti del Bentegodi apparve la frase “Napoli luame” che in dialetto veneto significa “Napoli letame”.
Lo scrittore Maurizio De Giovanni ha commentato il macabro striscione con le coordinate di Napoli sui suoi profili social: «Il raffinato, intelligente e geografico striscione della curva veronese, che dà ai missili russo ucraini la corretta localizzazione dell’obbiettivo. Per chi non lo sapesse, sono le coordinate della mia città. Sempre ammirevolmente pronti a cogliere elementi di stretta attualità per rinnovare la propria profonda idiozia razzista. Solo per farci capire con un plastico esempio a che punto può arrivare l’imbecillità (sub)umana, e come in un cervello troppo angusto possano mescolarsi cose molto serie e fesserie».
Fonte: Ciro Troise per il Corriere del Mezzogiorno
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