Questa mattina, presso il complesso universitario di Monte Sant’Angelo, gli studenti della Federico II di Napoli hanno avuto la possibilità di confrontarsi sulle tematiche legate all’innovazione e al marketing nell’ambito delle società sportive con Alessandro Formisano (head of operations, sales and marketing della Ssc Napoli) e con Emidio Mansi (direttore commerciale di Pasta Garofalo). Calcio ma non solo nell’ora e mezza circa di vivace ed aperto dibattito con gli studenti che, interessatissimi e motivatissimi, hanno rivolto le più svariate domande ai due ospiti presenti in aula. Ormai è ufficiale, il Napoli dalla prossima stagione vestirà Robe di Kappa. Un ritorno al passato con l’azienda torinese già sponsor degli azzurri negli anni della serie C. Niente da fare quindi per quei tifosi che desideravano vedere sulle maglie della prossima stagione i marchi delle più importanti aziende d’abbigliamento sportivo come Nike o Adidas sulla spinta del progetto di internazionalizzazione del club inseguito dal presidente Aurelio De Laurentiis. A tal proposito Formisano ha spiegato: “Innanzitutto ci tengo a chiarire che gli unici flagship store gestiti dal Calcio Napoli sono quelli presso il Molo Beverello, l’aeroporto di Capodichino, la stazione centrale ed il centro commerciale “Campania” di Marcianise. Riteniamo che la collaborazione con medio-piccole realtà imprenditoriali del nostro paese, tra cui anche Garofalo, ci permetta di sviluppare al meglio le nostre idee commerciali e di marketing. In Italia funziona diversamente rispetto ad altri paesi come l’Inghilterra dove ad esempio i tifosi acquistano la maglia della loro squadra del cuore indipendentemente dallo sponsor e la indossano per andare allo stadio. La cultura influenza le abitudini ed i comportamenti e al San Paolo non tutti mettono la maglia del Napoli in occasione delle partite. L’anno scorso con il lancio della maglia “camouflage” e quest’anno con la “denim” abbiamo cercato di andare incontro alle tendenze ed alla moda riscontrando il favore del nostro pubblico. Crediamo inoltre che i piani ed i progetti commerciali di queste grandi aziende si basino su degli standard logori ed antiquati per i tempi di oggi. Basti pensare che al termine di questa stagione le squadre che vestono Nike o Adidas dovranno già approvare le collezioni per il 2017/18”. Più articolata, invece, la questione legata allo stadio San Paolo. Tra rinvii, scadenze e tempi tecnici dovuti anche al lassismo dell’amministrazione comunale si è fatto presente come il mancato sfruttamento dell’impianto di Fuorigrotta rappresenti una perdita economica e d’immagine per la società partenopea chiamata anche a rispettare gli stringenti parametri Uefa. “Il nostro obiettivo non è quello di diventare proprietari dello stadio – ha precisato Formisano -. La gestione dell’impianto è rimessa nelle nostre mani soltanto trenta giorni all’anno in occasione delle gare casalinghe. Il Napoli versa nelle casse dell’amministrazione cittadina un canone periodico il cui importo è stato ritenuto sproporzionato rispetto ad una stima fornita da una commissione inviata al San Paolo direttamente dal Coni. Verosimilmente sarà presentato entro il 31 Maggio uno studio di fattibilità per rendere il San Paolo più confortevole per i tifosi e più consono alla grandezza raggiunta dalla squadra grazie ai risultati sportivi conseguiti negli ultimi anni”.
Fonte: toniiavarone.it
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