Andiamo a scoprire la storie e le curiosità legate al Salisburgo. L’unico precedente tra gli azzurri e il Salisburgo, nelle competizioni Uefa, risale alla scorsa stagione dove le due squadre si sono sfidate agli ottavi di Europa League che vide la squadra di Ancelotti passare il turno dopo la vittoria per 3-0 al San Paolo (Clicca qui) e la sconfitta in Austria per 3-1 (Clicca qui).
Storia – La denominazione ufficiale è Fußballclub Red Bull Salzburg, ma non ditelo alla UEFA, che, come nel caso del Lipsia, non gradisce la pubblicità al celebre energy drink nel nome della squadra. Quindi, più semplicemente Salisburgo. Dal cambio di proprietà, avvenuto nel 2006, soltanto in tre occasioni non ha vinto la Bundesliga austriaca. E anche a livello continentale il Salisburgo è riuscito a ritagliarsi un posto al sole: semifinalista di Europa League due stagioni fa In Champions, la musica è ovviamente diversa: si tratta della prima partecipazione alla fase a gironi dal lontano 1996 quando il Salisburgo non aveva ancora le ali. Nuovo allenatore da questa stagione: Marco Rose è tornato in Germania, al Borussia M’gladbach. Al suo posto, lo statunitense Jesse Marsch, anche lui “fatto in Red Bull“: ha guidato la “filiale” di New York e poi nell’ultima stagione è stato assistente a Lipsia. Ora, la grande occasione anche per lui.
Il mercato –
Complice l’avvicendamento in panchina, a Salisburgo è cambiato tanto anche a livello di giocatori. Via alcune colonne degli anni recenti, da Munas Dabbur a Lainer, passando per Schlager, Wolf e Samassekou. È andato via anche Igor, approdato in Italia alla SPAL. Una serie di cessioni che ha portato in cassa quasi 75 milioni di euro, dei quali però ne sono stati reinvestiti appena 23. Dal Siviglia, nell’ambito dell’affare Dabbur, è arrivato Maximilian Wöber, difensore centrale classe ’98. Poi il terzino Rasmus Kristensen dall’Ajax, 22enne pagato 5 milioni. E tanti giovani, anzi giovanissimi: 2,5 milioni al Domzale per il sedicenne Benjamin Sesko, 2 al Vaud per il coetaneo Bryan Okoh. Ben quattro innesti dal Liefering, seconda squadra della Red Bull in Austria.
La stella – Dominik Szoboszlai
È l’anno della consacrazione, per l’ungherese classe 2000. Ha saltato metà della stagione 2018/2019 a causa di un brutto infortunio; per quanto visto finora, nelle scelte di Marsch è un esterno di centrocampo, più che un interno come era stato sempre impostato nella sua pur breve carriera. Ha fisico (186 centimetri) e qualità tecniche, molto della sua crescita dipenderà da come affronterà questa stagione già decisiva ad appena 19 anni.
Formazione tipo
Salutato il 4-3-1-2 di Rose, la squadra austriaca ha virato al 4-4-2 di Marsch, un modulo più lineare e che punta molto sugli esterni. Da un lato Minamino, dall’altro Szoboloszai. In difesa sarà inserito progressivamente Wober, come terzino destro ballottaggio Farkas-Kristensen.
(4-4-2): Stankovic; Farkas, Ramalho, Wober, Ulmer; Minamino, Berned, Mwepu, Szoboszlai; Haland, Daka.
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