«Quanta amarezza per quell’eliminazione a Mosca. Ma credo che questo Napoli possa andare più avanti di noi». Quella sera del 7 novembre 1990, Ciro Ferrara era in campo allo stadio Luzhniki di Mosca e nonostante la sua trasformazione dal dischetto, fu costretto a masticare amaro al termine dell’esecuzione dei calci di rigore.
Qual è il ricordo che conserva di quella serata?
«Innanzitutto il terreno di gioco che era ai limiti della praticabilità. Un campo davvero difficile sul quale giocare a calcio era quasi impossibile».
Ma quella partita fu caratterizzata anche da un’altro evento.
«Credo che fu l’unica volta che Diego rimase fuori dall’inizio, per subentrare poi solo in corso. Questo perché quella fu una trasferta un po’ particolare per lui: prese un aereo privato pur di raggiungerci il giorno della partita. Non riuscì a partire con noi ma volle venire ugualmente per starci vicino».
Nonostante l’ingresso in campo di Maradona, però, il Napoli fu eliminato …
«Fu una partita molto combattuta. Fummo eliminati ai rigori ma rimanemmo con tantissimo amaro in bocca per non essere andati avanti. Anche perché con un pizzico di fortuna avremmo potuto puntare alla finale».
Stasera tocca al Napoli di Benitez provare a sfatare il tabù Mosca.
«Il risultato dell’andata lascia tranquilli, ma credo che il Napoli sia attrezzato addirittura per provare a vincere la partita. E ovviamente il mio augurio è quello di non dover proprio arrivare ai rigori per decidere il passaggio del turno».
Ma questo Napoli può ambire anche qualcosa di più di un quarto di Europa League?
«Mi sembra una squadra molto ben organizzata e credo proprio che possa provare a vincere la Coppa. Lo dico perché nelle partite secche ha dimostrato di saper fare sempre molto bene».
E poi c’è il fattore Benitez…
«L’allenatore spagnolo in quanto a vittorie in Coppa ha un’esperienza lunghissima e molto importante. Ecco perché sono convinto che il Napoli possa riportare a casa un trofeo».
Quello stesso trofeo che manca proprio dai tempi di Ciro Ferrara che nel 1989 sollevò la Coppa Uefa.
«All’epoca vincemmo un trofeo ancora più difficile della Coppa Campioni, perché in Coppa Uefa c’erano tutte quelle che l’anno prima si erano piazzate dal secondo posto in giù e che si erano rafforzate in estate per puntare allo scudetto. Oggi come oggi l’Europa League sta riprendendo valore e noi italiani dovremmo smetterla di snobbarla».
Vincere l’Europa League vorrebbe anche dire accedere alla prossima Champions, può essere uno sprone in più per il Napoli?
«Credo che la prima cosa importante sarebbe far gioire il pubblico napoletano che è sempre così vicino alla squadra e a questi colori. E poi sarebbe bellissimo vedere alzare un trofeo internazionale da una squadra italiana che è a secco dall’anno del Triplete dell’Inter».
Fonte: Il Mattino
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