Si chiama Duvàn, ma potrebbe essere quel “ciclone” di Sagan per la lunga volata che lo attende: la settimana di Zapata che porta al Napoli, al Napoli ai Rizzi, è cominciata ieri con le parole del procuratore Fernando Villarreal: «Proverà sentimenti contrastanti, ma vuole fare bene per sè stesso e per la squadra segnando un gol».
Non è un mistero infatti che il colombiano non è soltanto un ex. Il contratto è ancora nella cassaforte di De Laurentiis, terminerà solo nel giugno del 2020 e già al termine di questo campionato il club azzurro, pagando una penale, potrebbe riportarlo a casa, là dove dovrebbe rientrare nel 2017 per fine prestito.
A proposito Zapata, il Napoli durante la stagione si è fatto sentire?
«Mi hanno telefonato soltanto una volta, dopo l’infortunio e l’operazione, per augurarmi un pronto recupero. D’altra parte io sono sì all’Udinese a titolo temporaneo, ma si tratta di un progetto lungo due campionati: non in tutto e per tutto un giocatore bianconero e per questo io penso solo a come fare punti per la mia squadra».
Sarà comunque una partita particolare, non può nasconderlo…
«Vero, è una gara speciale per me, il Napoli è il club che ha creduto nel sottoscritto e mi ha portato in Europa, ma mi piacerebbe segnare un gol per l’Udinese che la scorsa estate ha puntato su Zapata centravanti e lo ha fatto a tutti i costi».
Un risultato positivo influirebbe sulla lotta per lo scudetto e avrebbe soprattutto dei riflessi positivi sulla lotta salvezza dell’Udinese.
«Adesso è il momento di raccogliere le opportunità che ci capitano. Tutte. A volte sono proprio questi passi in avanti che ti aiutano a centrare l’obiettivo senza farsi prendere dall’ansia».
È cambiato qualcosa con l’arrivo di De Canio?
«Il nostro allenatore sta lavorando soprattutto sulla mentalità: ci chiede di giocare tranquilli e anche in settimana alleniamo la nostra fiducia, cercando delle giocate in velocità che magari prima non tentavamo più».
Il Napoli è cambiato molto da Benitez a Sarri: qualche suo ex compagno le ha parlato del lavoro del nuovo tecnico?
«L’ho potuto toccare con mano io stesso per nove giorni, quando ero in ritiro precampionato con il Napoli. Posso dire che non si nasconde dietro le parole e che si fa sentire quando serve».
È la squadra che gioca meglio in Italia?
«Sono i migliori come gioco, ma a volte la pressione là si fa sentire. Credo che sia una cosa che hanno ereditato dalla gestione precedente, quando c’ero anche io. A volte per questo possono perdere la testa e fare degli errori che di solito non commettono. Noi domenica dovremo essere bravi a incanalare la partita su questi binari».
Bravi a impedire il gol a uno come il Pipita: Zapata se ne è andato da Napoli perché dietro a quel “mostro” c’è ben poco spazio.
«Ora Higuain è uno dei centravanti più forti al mondo, le reti le ha fatte in ogni stagione, ma adesso quando inquadra la porta fa sempre centro, sente la fiducia della squadra e dell’allenatore. Per un attaccante questo è importante».
Diamo un voto invece al campionato di Zapata.
«Mi sto salvando con i gol, ma avrei voluto fare di più per la squadra. Credo però che il giudizio debba tenere conto dell’infortunio che ha spaccato a metà la mia stagione. Ero partito bene…».
Come dire: la prossima andrò meglio…
«Perché no? Io ci credo».
Fonte: Messaggero Veneto
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