Stamattina il dottor Alfonso De Nicola è tornato nei luoghi della sua formazione, tra i banchi in cui ha sostenuto esami e il percorso universitario che l’ha portato poi alla sua brillante carriera. Con lui Enrico D’Andrea e Massimo Buono, due colleghi dello staff medico della Ssc Napoli, un’eccellenza per il club di De Laurentiis che gli permette riguardo agli infortunati di essere in vantaggio anche sulla Juventus. L’occasione è il convegno “La Serie A della medicina: organizzazione, ricerca e prevenzione” che si è svolto stamane al II° Policlinico presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università “Federico II”.
Dopo tante foto concesse agli studenti presenti, ha preso la parola Gennaro Iezzo raccontando la sua esperienza da calciatore seguito da uno staff medico di grande livello come quello azzurro. “Il settore tecnico di Coverciano ai corsi ci insegna che l’allenatore incide al 30% sulle prestazioni di una squadra di calcio, il 70% è prodotto dai calciatori. In questa percentuale conta tantissimo il lavoro dello staff medico, io avrei dovuto capire prima che seguire certe indicazioni sarebbe stato molto importante. Appena ho cominciato a farlo, ho raggiunto grandi risultati. Non può essere un caso che il Napoli da anni sia una delle squadre con meno infortuni subiti durante le stagioni calcistiche. Lo staff medico del club di De Laurentiis ha rappresentato una risorsa importante, noi non avevamo 20 campioni come la Juventus e il Milan, andavamo avanti con 13-14 giocatori e portarli avanti per cinquanta partite circa non è assolutamente una cosa semplice”. Il Dott. De Nicola, che coordina il convegno, si lega alle parole di Iezzo che definisce un professionista molto serio, esemplare e racconta un aneddoto legato alla sua esperienza a Catania riguardo alla gestione mentale dell’infortunio. “Per aiutarsi, Gennaro imparò a suonare il pianoforte”. Oltre agli aspetti più strettamente scientifici, è interessante il focus realizzato sulla filosofia adottata dallo staff azzurro che non si avvale di consulenze di medici stranieri. “Ha voluto seguire questa squadra un nostro giocatore adesso in prestito ad un’altra squadra di Serie A che ha scelto di farsi operare, di andare a sostenere un intervento inutile (chiaro il riferimento a Jonathan De Guzman, ndr)“. Lo staff medico azzurro è composto da otto professionisti, rappresenta un’equipe che si occupa in maniera complessiva della salute dei ragazzi. “Entrare nel problema è la nostra missione costruendo un ottimo rapporto con i calciatori. Molti sono giovani stranieri e vengono qui con le famiglie, in una città bellissima ma che ha tanti problemi e spesso dobbiamo aiutare moglie e figli proprio per poter contare su calciatori sereni e in pieno stato di benessere, condizione fondamentale affinchè possano rendere al meglio”. Una delle innovazioni più significative seguite dallo staff medico del Napoli è il passaporto ematico che disciplina i controlli dei valori ematici e cardiaci facendo prevenzione. Il club azzurro è la prima società professionistica ad aver aderito a quest’iniziativa, che punta a diventare proposta di legge, applicandolo anche nel settore giovanile. Gli studenti in aula si sono rivelati molto interessati facendo domande sulla salute della squadra nel rush finale della stagione, sul veloce recupero di Lorenzo Insigne e sul rapporto con i calciatori. “La squadra sta bene, noi lavoriamo sui dati confrontandoci sempre con gli staff tecnici, nel nostro lavoro bisogna essere aperti, non è stato facile per esempio interagire con quello di Rafa Benitez che era straniero e aveva metodologie differenti. Il recupero di Insigne è una grande soddisfazione, basta pensare ai problemi avuti da altri calciatori nel recuperare dalla stessa tipologia d’infortunio. Ci sono stati una serie di fattori che ci hanno aiutato: riuscire a farlo operare subito, la mattina dopo l’infortunio di Firenze, la collaborazione di tutti, basta pensare al fatto che un nostro fisioterapista che non era in trasferta ci mandò un video dell’infortunio girato davanti alla tv per aiutarci ma soprattutto la professionalità, il temperamento di Lorenzo che aveva piena fiducia in noi perchè ci conosce da quando era ragazzino, provenendo dal settore giovanile”. L’argomento Insigne desta molta attenzione, uno studente si sofferma proprio sull’aspetto mentale nel ritorno in campo chiedendo se Lorenzo avesse temuto la ricaduta. “Lui non ha mai temuto nulla, noi sinceramente sì. Ha avuto qualche problemino durante i primi mesi di questo campionato perchè entravano sul ginocchio ma lui è stato bravo anche in questo caso a superare tutto”.
Il Calcio Napoli diventa accademia, materia di studio grazie alla lezione del Dott.De Nicola e del suo staff ai medici del domani che magari chissà potranno fare tesoro dell’esperienza di stamattina per una carriera nel settore della medicina sportiva. Ecco alcune foto dell’evento:
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Dal nostro inviato Ciro Troise
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