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De Laurentiis attende la rivoluzione del calcio: tra i “maneggioni” e la Superlega…

In Campania c'è odore di bruciato in un giretto ormai individuato e fuori gioco

Cara, vecchia, adorata Napoli! In quanti guai mi cacci! Mentre il Napoli di De Laurentiis aspetta nella pineta dell’Holiday Inn a Castelvolturno la rivoluzione del calcio per approdare, finalmente, alla Superlega Europea, assisto ai ludi della cortesia.

Cara vecchia Napoli, quante me ne combini! Ma quanta colpa ha la gente minuta, spicciola, l’operaio, l’impiegato, lo studente in se per se? E quanta altra invece il dirigente? Colui che dovrebbe condurre e non conduce, colui che dovrebbe fissare il tema e non fissa? E in certi luoghi dove pur dovrebbe nascere lo sport, che odori si percepiscono? Sono centri di sport o sentine puzzolenti?

Maneggioni, perfidi, ben protetti spiano e speculano. Su tutto e con cinismo, e una disonestà che può portarli, prima o dopo anche a Poggioreale. Non fu un caso che la Procura pilota nello scandalo di Calciopoli fu quella di Napoli. I due P.M. che indagarono, Beatrice e Narducci, vengono dalla lotta alla camorra. E loro scoprirono il doping amministrativo, il falso in bilancio, le scommesse, le partite truccate.

Il mio amico Greg denunciò, negli anni 70, dalle colonne di Campania Sport, questo sistema, con un editoriale dal titolo “Mestieranti”. Sono cambiati i nomi, le qualifiche, i termini non certo il metodo né l’etica né la deontologia.

Maneggione (o accattone) però non è l’ex calciatore che per sbarcare il suo difficile lunario, gira ed osserva; maneggione non è l’allenatore rimasto senza posto e quindi adattatasi a scoprire talenti; questi fanno parte del mondo naturale dello sport, vi appartengono di diritto; devono restarci. Maneggione è chi si spaccia per dirigente e non lo è. Maneggione è colui che coltiva le simpatie del presidente – fesso, spacciandogli per vere mille menzogne, falsando la realtà; maneggione però finisce con lo essere anche il presidente che si fida di lui! Maneggioni sono tutti coloro che appartengono al mondo di sponsoropoli che prima o poi scoppia o a quello di convittopoli, altra piaga del calcio, questa volta, solo quello giovanile. Maneggioni sono quelli della “finanza creativa”, della pessima distribuzione della ricchezza (è il mercato, che vuoi? Mi dicono……) o quelli attorno ai tavoli delle trattative a divorare “braciole, spesso sudamericane”.

C’entra in questo discorso la Lega! Professionisti o dilettanti o regionale che sia! Ma se questi organismi non operano selezioni, se non aiutano, ad esempio, gli allenatori o i calciatori locali ad essere utilizzati, se si prestano al caos che esiste, si fanno corresponsabili dell’andazzo e allora conviene intervenire. In Campania c’è odore di bruciato ma non nelle società, non nei calciatori, non in alcuni dirigenti, non nei veri talent scout, o nei manager seri, ma in un “giretto” ormai individuato e mai fuori gioco, installatosi nel mondo del calcio giovanile, profittando della genuinità di genitori e nonni.

Dici che facciamo del moralismo spicciolo? Manco a pensarlo. Dici che non cambia niente? Non è vero. Tante cose ho visto cambiare in 40 anni e passa di giornalismo, al servizio appunto del vero.

Organizzare un mercato del calcio sul lungomare di Napoli è una necessità sociale immediata. Lo hanno detto anche a De Laurentiis e, De Laurentiis, ha il prurito di volerlo organizzare lui! Lo si potrebbe fare in dei magnifici posti. Quali? Il Vesuvio, l’Excelsior e il Santa Lucia e il Continental sul lungomare. Tanti posti: basta scegliere. Con tutto il rispetto per il Michelangelo Hotel a Milano! Le televisioni? Sky, Sportitalia, Mediaset e Rai possono adeguarsi all’altra metà dell’Italia.

Ecco la ragione del “congelamento” del settore giovanile del Napoli. Ecco la ragione dei rinforzi, in campo direttivo, del Napoli. Guarda caso, tutti adesso scoprono il calcio di casa. Perfino De Laurentiis, che ha il “merito”, insieme ai suoi collaboratori, di aver confezionato la squadra meno napoletana di tutti i tempi.

De Laurentiis è indomito. E non credo sia disposto a fare esplodere altre guerre. Non gioverebbe, del resto, al suo stile di uomo di azione. Si ritroverebbe solo. E noi tutti, invece, intendiamo rispettarlo, anche se appartiene anche lui a quella tipologia di napoletani che si ritiene decisamente più furba di tutti. Se si ostina cadrà miseramente. Una nuova classe di dirigenti sportivi è pronta;

La cara, vecchia Napoli ha bisogno di un pizzico di amore e di onestà.

Nando Troise

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