E rieccoci. Si è giunti ad una svolta probabilmente e forse a quella meno attesa, meno voluta, meno desiderata. Domenica pomeriggio dagli spalti del Franchi e in campo si sono versate lacrime dal sapore estremamente amare. Perchè si, il 3-0 di Firenze ha aperto una bella ferita la cui cicatrice difficilmente sparirà. Un percorso incredibile che questo Napoli, col sarrismo alle spalle, ci aveva già abituato a vedere e ad ammirare. Ma quest’anno era diverso. Dopo la vittoria di Torino, sembrava potersi realizzare veramente un sogno, una gioia che in questa città manca oramai da troppo tempo. Juventus-Napoli aveva, in un certo senso, dato agio di pensare all’impossibile quando meno era probabile. Minuto 90′, un salto di un airone ha insaccato quel maledetto pallone nella porta, siglando l’1-0 e scatenando il delirio sugli spalti tinti di azzurro dello Stadium. Kalidou Koulibaly, insieme agli altri 10 leoni aveva concesso una speranza, oltre che la gioia, di battere gli eterni rivali in casa propria. Una settimana di incredulità tra le mura della città di Napoli, tutti in attesa del match di Firenze. Ma prima di passare per la Toscana, lo scudetto sarebbe passato per Milano, sabato sera: Inter-Juventus. Una partita rocambolesca, ricca di emozioni e di spettacolo. Un Inter così forte e agguerrita non si vedeva da tempo. In 10, gli uomini di Spalletti hanno fatto valere la pelle ma, purtroppo, esattamente come nella vita, certe volte dare completamente se stessi non basta, anche in virtù degli errori dell’arbitro Orsato. In un minuto e mezzo si sono ribaltate completamente le sorti di un percorso che aveva il sapore della storia. Se Handanovic avesse coperto meglio quel palo, se Miranda avesse marcato meglio Higuain. Troppi se, troppe incertezze in uno sport che non permette di averne. Alla fine tutto si è concluso con le lacrime di un centravanti argentino, a poco da un coronamento di una serata entusiasmante che stava facendo scalpore non solo a Milano ma in tutta l’Italia. Lacrime, esattamente le stesse che hanno, appunto, bagnato il campo e la struttura dell’Artemio Franchi, tra tifosi azzurri e giocatori. Si perchè il Napoli, domenica pomeriggio, è entrato in campo teso, ansioso, segno che la partita della Juve il giorno prima aveva lasciato una traccia indelebile. E guarda caso proprio Koulibaly, il re della serata di Torino, dopo 8 minuti di gioco, è stato espulso per un fallo sull’ultimo uomo, con chiara occasione da gol. Lui che tutto si sarebbe immaginato tranne di poter recare, indirettamente, un grave danno alla squadra di Sarri che da quel preciso istante ha dovuto combattere contro un turbine di emozioni, che alla fine l’hanno portato ad un’amarissima sconfitta. 3-0, ko del Napoli e da quel momento solo rammarico, consapevolezza di aver perso probabilmente lo scudetto che prende sempre più facilmente la via per giungere in una una delle teche di Vinovo. Un addio così Reina non se lo augurava, un risultato del genere Allan non lo potrebbe accettare, non dopo il sangue e il sudore versato in campo. L’amarezza incombe ma aritmeticamente le speranze sono ancora vive, almeno un minimo. La matematica, si sa, non è un’opinione: esprime solo dati certi. Ma magari a fine campionato potremmo anche parlare di equazione dell’amore, quella descritta da Dirac, secondo il quale due sistemi, quando interagiscono tra loro, una volta separati, non possono essere visti come due elementi divisi, ma come un unico corpo. Il Napoli e i suoi tifosi, ora, uniti più che mai per queste ultime 3 giornate e chissà se anche la matematica moderna non possa essere rivista alle 22:45 di Domenica 20 Maggio.
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